Bisignani: c’è l’associazione a delinquere, non l’associazione segreta

NAPOLI – All’uomo di affari Luigi Bisignani, al parlamentare del Pdl Alfonso Papa (per il quale l’ordinanza di custodia in carcere e’ stata trasmessa alla Camera dei deputati con la richiesta di autorizzazione all’arresto) e a Enrico Giuseppe La Monica, sottufficiale dei carabinieri sono stati contestati 19 capi di imputazione dai pm della procura di Napoli Henry John Woodcock e Francesco Curcio agli indagati destinatari oggi delle ordinanze di custodia nell’ambito dell’inchiesta sulla cosiddetta P4.

I pm hanno configurato il reato di associazione per delinquere finalizzata al procacciamento di notizie segrete e riservate. Il gip non ha invece ritenuto ci fossero indizi sufficienti per il reato di associazione segreta che pure era stata ipotizzato dai pm. Il reato in questione, lo ricordiamo, è espressamente indicato nell’articolo 18 della Costituzione. Nelle carte della Procura Bisignani è indicato come ”dirigente d’azienda, mediatore e procacciatore d’affari, di fatto ascoltato consigliere dei vertici aziendali delle piu’ importanti aziende controllate dallo Stato (Eni, Poligrafico dello Stato, Rai ecc), di ministri della Repubblica, sottosegretari e alti dirigenti statali”. Insieme con altri esponenti di forze di polizia avrebbero dato vita a ”un’associazione segreta mantenuta in vita allo scopo di commettere un numero indeterminato di reati contro la pubblica amministrazione e contro l’amministrazione della giustizia”. Tra gli altri indagati c’è anche Lavitola, direttore dell’Avanti, e attualmente sottosegretario.

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Warsamé Dini Casali