ROMA – Dal caffè al banco alle bollette di luce e gas, dalla benzina al cinema, passando per l’aspirina e il Big Mac. E’ lunga la lista dei beni e servizi che negli ultimi 15 anni, dall’introduzione dell’euro avvenuta il primo gennaio 2002, hanno visto salire il proprio prezzo. Ma c’è anche chi ha assistito al fenomeno inverso, in particolare tutto il comparto elettronico, dai telefoni alle macchine fotografiche. E, proprio dal 2017, anche il Canone Rai tornerà a costare meno che nel gennaio 2002, data di introduzione della moneta unica. C’è poi chi è rimasto immobile nel tempo, come la giocata minima del Lotto, passata dalle 1.500 lire del 31 dicembre 2001 all’euro tondo tondo del primo gennaio 2002 (invece che a 0,77 euro come da rapporto di conversione) e da lì mai più spostatosi.
E’ da quella data che l’euro è sul banco degli imputati come principale motivo della perdita di potere d’acquisto degli italiani, peggiorata dalla crisi economica che ha acuito le difficoltà del nostro Paese. Critiche che sono scemate nell’ultimo periodo, complice la deflazione che ha colpito il Vecchio Continente come ultimo effetto proprio della crisi economica mondiale.
Andando a spulciare in rete per cercare i prezzi di fine 2001, si nota però come i rialzi siano generalizzati e in molti casi anche elevati. La spesa annua per una famiglia tipo per l’elettricità, spiegava il Nens, era di 647.000 lire (circa 334 euro), mentre ieri l’Autorità dell’Energia nell’ultima revisione delle tariffe l’ha fissata in 498 euro (+50% circa); andamento molto più contenuto per il gas, con la spesa annua passata da 1 milione e 700 mila lire a 1.022 euro (+16%). La benzina è salita, con un percorso decisamente altalenante che l’ha portata a toccare il massimo storico con punte oltre i 2 euro nel 2012, da circa 2.000 lire agli 1,5 euro attuali (+45%), mentre il costo del quotidiano è praticamente raddoppiato, passando da 1.500 lire (0,77 euro) a 1,5 euro.
Vicino al raddoppio anche il caffè al banco (da 900 lire a 90 centesimi) e il Big Mac (da 4.900 lire a 4,20 euro), mentre ancor di più è aumentata la classica pizza margherita: pur con tutti i distinguo territoriali del caso, si passa dalla media Nens di 6.500 lire (3,36 euro) del 2011 agli attuali 7,5 euro, con un rialzo del 123%.
Le note positive arrivano praticamente tutte, come si diceva, dal comparto dell’elettronica e della telefonia, complice il boom delle vendite online che hanno ulteriormente alzato la concorrenza e abbassato i prezzi. Impressionante il divario nelle televisioni: all’inizio degli anni 2000 il top di gamma era un 46 pollici per il quale si spendevano più o meno 6,5 milioni di lire; oggi una Tv smart Full Hd 49 pollici (che occupa un decimo dello spazio) costa meno di 500 euro. Nel 2001 per comprare una fotocamera digitale da 1,9 megapixel di risoluzione (al top per il periodo) ci volevano 890.000 lire; oggi con circa 100 euro si trovano macchine da 20 megapixel. Praticamente impossibile, visto il salto tecnologico, un paragone per i cellulari: ma il Motorola Startac 130, vanto per l’epoca, costava oltre due milioni di lire, ben più di qualsiasi ultimo modello di iPhone o Samsung che sbarca sul mercato.
C’è poi il caso, singolare, del Canone Rai. Salito fino a 113 euro prima della manovra 2016, è stato con quella ridotto a 100 euro per l’anno appena passato. Da quest’anno scenderà ulteriormente a 90 euro, tornando ad un livello inferiore delle 179.000 lire che si versavano fino al 2001.