MILANO, 7 MAR – Dalle indagini sul giro di tangenti che vede indagato il presidente del consiglio regionale Davide Boni e da quelle che vedono accusato, sempre di corruzione, l’ex assessore Franco Nicoli Cristiani, emergerebbe, a quanto si e’ appreso, un sistema Pdl-Lega e rapporti tra assessori nell’ambito di presunte vicende corruttive.
Da quanto ha saputo l’Ansa in ambienti giudiziari, ci sarebbero elementi, forniti soprattutto da verbali di interrogatori, che portano a collegare l’inchiesta a carico di Nicoli Cristiani, ex assessore regionale all’Ambiente del Pdl e ex vicepresidente del consiglio regionale – accusato di aver preso una mazzetta da 100 mila euro e sospettato di averne intascata un’altra di pari enitita’ – e quella a carico di Boni, ex assessore lombardo all’Edilizia e al Territorio. Entrambe le indagini, infatti, coordinate dal procuratore aggiunto di Milano Alfredo Robledo e dal pm Paolo Filippini, metterebbero in luce un ‘sistema Pdl-Lega’ con alla base presunti rapporti di corruzione con imprenditori interessati a permessi e facilitazioni nell’ambito immobiliare e commerciale. Anche gli interrogatori delle scorse settimane nell’ambito delle indagini su Nicoli Cristiani (recentemente scarcerato), tutti secretati, avrebbero supportato questo quadro su cui i pm, da quanto si sa, stanno lavorando. Stando ai primi riscontri, in sostanza, e’ emerso che alcuni imprenditori interessati a facilitazioni e permessi avrebbero avuto bisogno di ‘oliare’ con mazzette non un solo assessore, ma piu’ di uno. Per questo, gli inquirenti sono convinti di essere di fronte a una ‘rete di rapporti’ tra assessori con al centro una serie di irregolarita’.