Mario Borghezio ha ferito l’onore degli aquilani, quella sua frase (“L’Aquila è un peso morto”) non è andata giù a più di qualcuno, ma ora c’è chi rilancia: la ferita va sanata, e come , se non con un bel duello? Fioretto o spada in terra d’Abruzzo: è l’originale invito che Giuseppe Tagliente, consigliere regionale Pdl, rivolge all’europarlamentare leghista.
“Signor Borghezio, La sfido a duello. Sentendomi come abruzzese offeso dalle pesanti affermazioni da Lei rivolte alla mia terra ed ai miei conterranei, senza peraltro alcun distinguo di responsabilità, faccio come ebbe a fare il patriota meridionale Gabriele Pepe quando nel 1826 sfidò a duello il francese Alphonse de la Martine, il quale aveva definito l’Italia ‘terra di morti’, uscendone oltretutto vincitore”. “Scelga Lei l’arma, – aggiunge Tagliente – il fioretto o la spada, oppure la penna, ch’è notoriamente più pericolosa dell’arma bianca. Non si tiri indietro, mi affronti: non vedo l’ora di farle capire di che pasta sono gli abruzzesi, di che tempra, di che orgoglio, di che cultura, di che valori siano animati. Non certo da meno dei suoi ‘verdi’ piemontesi, che sia detto sottovoce qualche responsabilità pure l’hanno avuta storicamente nel creare qualche problema al sud”.
“Gli abruzzesi meritano ogni apprezzamento e soprattutto gli aquilani che, pur colpiti dalla più immane tragedia che abbia colpito l’Italia negli ultimi decenni, si stanno distinguendo per la compostezza nel dolore e nella sofferenza, per la voglia di risollevarsi e di restituire alla vita la loro città, oltre che per la comprensione dei ritardi e delle insufficienze dell’intervento pubblico e per la pazienza nel sopportare le intemperanze di qualche estremista che dà un’immagine sbagliata della realtà aquilana”.
