Nell’aula magna del Palazzo di Giustizia di Palermo i magistrati hanno partecipato alla cerimonia di commemorazione organizzata dall’Anm per ricordare Paolo Borsellino, ucciso il 19 luglio del ’92 nella strage di Via D’amelio.
Commentando l’accoglienza calorosa da parte dei manifestanti, che hanno agitato le ”agende rosse” divenute ormai il simbolo dei misteri che avvolgono l’eccidio, il procuratore di Palermo Francesco Messineo ha detto: ”E’ molto confortante che nell’opinione pubblica ci sia questa fiducia nella magistratura e l’esortazione ad andare avanti, però non bisogna dimenticare che lavoriamo tra molte difficoltà, sia per mancanza di risorse sia per una legislazione che non sempre ci aiuta o ci agevola nelle indagini”.
Il presidente della Giunta distrettuale dell’Anm Nino Di Matteo ha detto: ”Paolo Borsellino era alieno a ogni forma di condizionamento dal potere. Invece oggi bisogna spezzare la catena dei giudici che frequentano i salotti e i circoli e dei magistrati che vanno a braccetto con la politica per avere benefici come un incarico”.
”Borsellino – ha aggiunto – era un magistrato indipendente. Bisogna trovare la forza di resistere al tarlo sottile della rassegnazione che rischia di insinuarsi anche nella magistratura”.
‘Borsellino ha affrontato anche indagini sui colletti bianchi con la stessa determinazione e con lo stesso coraggio che aveva nelle altre inchieste e ha denunciato pubblicamente le disattenzioni della politica verso la mafia e ha indicato i cali di tensione nella stessa magistratura”.