L’ex collega di Borsellino: “Mi disse piangendo che era stato tradito”

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (LaPresse)

PALERMO – ”A fine giugno del 1992 io e il collega Massimo Russo avemmo un incontro con Borsellino. Era un dialogo normale, si parlava di indagini. A un certo punto lui si alzò, si stese sul divano e cominciò a lacrimare e disse: “Non posso credere che un amico mi abbia tradito”.

A raccontare l’episodio è il giudice Alessandra Camassa, ex pm a Marsala quando il magistrato assassinato dalla mafia era a capo della Procura. Camassa sta deponendo al processo per favoreggiamento alla mafia al generale dei carabinieri Mario Mori.

”Ebbi la sensazione netta – ha proseguito- che avesse ricevuto da pochissimo una notizia e che fosse ancora sconvolto. Tanto da sfogarsi con le prime persone entrate nella sua stanza”. Il magistrato ha spiegato di non avere fatto domande ulteriori a Borsellino per imbarazzo. ”Ero cosi’ imbarazzata – ha sostenuto – che quasi cambiai discorso. Pensai a uno sfogo personale e non volli essere invadente”.

”Quando allora ascoltai quello sfogo – ha concluso – non lo ricollegai ad alcuna attività d’indagine. Pensai a un problema personale, per questo non ne parlai dopo la strage. Se fossi stata chiamata a testimoniare prima probabilmente l’avrei detto”. Il giudice Camassa ha raccontato l’episodio per la prima volta il 14 luglio del 2009 ai pm di Caltanissetta.

Nella deposizione al processo per favoreggiamento alla mafia al generale dei carabinieri Mario Mori, Camassa racconta: ”Borsellino mi ha sempre parlato bene del generale Subranni e dell’allora colonnello Mori facendomi capire che di loro si fidava”.

Nel corso della deposizione il testimone, rispondendo alle domande dell’avvocato Basilio Milio, difensore dell’imputato, ha parlato di un ex agente dei Servizi amico di Borsellino, Ninni Sinesio. ”Dopo la strage – ha raccontato – mi chiamo’ per chiedermi di incontrarci e nel corso di un incontro mi fece un sacco di domande sulle ultime indagini di Borsellino. Era insistente, voleva sapere se erano venuti fuori elementi sull’imprenditore agrigentino Salamone e sul ministro Mannino”. ”Io non diedi troppo peso alla cosa – ha spiegato – ma mio marito si meraviglio’ di tutte quelle domande”.

Durante il pranzo, poi, Sinesio avrebbe spinto la Camassa a riferire delle rivelazioni fatte a Borsellino dal pentito Gaspare Mutolo sull’ex numero due del Sisde Bruno Contrada. ”Quando finii di parlare – ha detto – Sinesio si alzo’ in preda a un attacco di tosse e ando’ in bagno. Mio marito mi disse: ‘guarda che e’ andato a telefonare”’. ”Poi – ha concluso – seppi che Contrada era stato avvertito delle indagini a suo carico”.

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Emiliano Condò