ROMA – Una petizione per liberare Massimo Giuseppe Bossetti, l’unico indagato per l’omicidio di Yara Gambirasio. Si chiama “Dissequestrate Massimo”, e l’ha lanciata una milanese di 40 anni, Cristina Gibi, per chiedere al ministro della Giustizia, Andrea Orlando, la concessione degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico per Bossetti, il carpentiere in carcere con l’accusa di essere l’omicida della ragazzina di Brembate.
Per ora le adesioni raccolte sono 200. Oltre ai domiciliari, si chiede al ministro di verificare perché la Corte ha “disatteso la legge in vigore sulla carcerazione preventiva”. La Gibi si riferisce al “no” della Corte d’Assise del tribunale di Bergamo, presieduta dal giudice Antonella Bertoja, di fronte alla richiesta avanzata nel corso dell’ultima udienza del processo, lunedì 21 dicembre, da parte dei legali di Bossetti.
Gli avvocati di Bossetti avevano presentato un’ istanza di scarcerazione basata su una presunta insussistenza delle esigenze cautelari, anche alla luce dell’ entrata in vigore della riforma della custodia. I due legali avevano aggiunto che il pericolo di reiterazione del reato non c’era.
“Fino al terzo grado di giudizio è giusto che Bossetti possa rimanere a casa con la propria famiglia”, ha spiegato l’ideatrice della petizione. Il caso di Alberto Stasi ne è un esempio.