Due coniugi nascondevano 8 milioni in contanti nel giardino di casa nella zone della Franciacorta, in provincia di Brescia. Saranno sottoposti a interrogatorio oggi, 14 settembre, davanti al gip di Brescia.
Secondo le indagini la coppia sarebbe ritenuta al vertice di un’associazione per delinquere finalizzata all’evasione fiscale e all’emissione di fatture per operazioni esistenti. Attualmente sarebbero 77 persone le persone coinvolte e iscritte nel registro degli indagati (e 42 aziende), 22 delle quali arrestate dalla Guardia di Finanza e dai carabinieri di Brescia.
Secondo la ricostruzione degli investigatori, la presunta associazione per delinquere utilizzando un gran numero di società cartiere create ad hoc e intestate a prestanome avrebbe emesso a partire dal 2018 fatture per operazioni inesistenti con il fine di evadere le tasse. Il denaro sottratto al Fisco veniva dirottato all’estero attraverso bonifici bancari e quindi, una volta decurtata la provvigione che l’associazione teneva per il servizio offerto, rientrava in Italia grazie a spalloni.
Il gruppo avrebbe emesso fatture false per oltre 500 milioni di euro, evadendo 93 milioni di imposte. I due coniugi, raggiunti da mandato di custodia cautelare in carcere, da alcuni mesi erano all’estero e si sono costituiti solo nelle scorse ore. La donna è detenuta nell’istituto penitenziario di Verziano, mentre l’uomo a Brescia. Avrebbero già fornito al loro legale le prime ammissioni e davanti al gip potrebbero confessare.
La base operativa dell'”azienda criminale”, con a capo la coppia ma anche il figlio e una zia, era nelle campagne bresciane, a Gussago. Un vero e proprio ufficio dal quale venivano gestite le operazioni contabili ed i trasferimenti di denaro. La famiglia avrebbe messo in piedi un cospicuo giro di affari attraverso l’istituzione di società cartiere e prestanome.
Parte dei fondi neri erano sotto il prato tenuto all’inglese che nascondeva un tesoro, sotto le piante, le aiuole, in sacchi verdi ritrovati dalla Finanza anche grazie ai cani addestrati. Il denaro era seppellito in modo disordinato, non nello stesso punto, ma su tutta la dimensione del terreno.