Brescia, extracomunitari giocano a cricket nel parco: multati. Fra loro un nazionale italiano

La vicenda è accaduta lo scorso settembre, ma è stata resa pubblica solo in questi giorni. Nei giardini del Pescheto a Brescia, il 13 settembre un gruppo di persone stava giocando a cricket.

Ciò che è accaduto lo spiega Fida Hussain, giocatore della Nazionale italiana Cricket, uno dei giocatori presenti al parco: «Insieme ad altri 15 ragazzi abbiamo organizzato una partita di cricket nei giardini del Pescheto, scegliendo le prime ore della domenica mattina per non recare alcun disturbo ai frequentatori del parco e sostituendo la classica palla di legno con una pallina da tennis molto meno pericolosa, ma dopo un’ora di gioco sono arrivati due agenti della polizia che, dopo averci chiesto i documenti, ci hanno sanzionato con 130 euro di multa».

Ma la vicenda non finisce qui: «Il giorno seguente mi trovavo al parco insieme a qualche amico, non stavamo giocando, ma gli agenti ci hanno avvicinato e con fare intimidatorio ci hanno comunicato che se avessimo giocato ancora a cricket ci avrebbero tolto anche il permesso di soggiorno».

Il problema nasce dal nuovo regolamento di polizia urbana che prevede una sanzione per tutti coloro che «praticano il gioco del cricket, del pallone e ogni altro gioco potenzialmente pericoloso e lesivo degli altri utenti, tenuto conto delle condizioni di luogo e tempo e, in ogni caso, dell’affluenza degli altri utenti». Un regolamento che, a detta dell’avvocato Manlio Vicini che ha preso le difese dei giocatori di cricket «andrebbe stracciato e riscritto, perchè non fa capire cosa sia vietato e cosa non lo sia, dando così alla polizia un potere indiscriminato di autogestione. Ad avvalorare questa tesi il fatto che a multare i giovani bevitori di birra e i giocatori di cricket siano stati gli stessi due agenti».

Intanto, la sanzione inflitta ai giocatori di cricket ha portato l’associazione “Diritti per Tutti” a formulare alcune ipotesi di comportamento sanzionabile, tra le quali «l’uso indiscriminato di un regolamento che, se fosse applicato in maniera arbitraria, dovrebbe multare anche tutti i bambini che giocano a pallone nei giardini della città». Ma non solo.

«Quest’ennesima vicenda ci ha fatto capire che non è un caso che l’Amministrazione non abbia allestito alcuno spazio per il gioco del cricket, nonostante sia uno degli sport più praticati a Brescia – ha dichiarato Umberto Gobbi responsabile dell’associazione “Diritti per tutti” – così come non è un caso che tra le 42 discipline sportive che fanno parte dei corsi di avviamento allo sport del Comune di Brescia siano stati inclusi tutti gli sport tranne il cricket». Per gobbi ciò che è accaduto nasconde in realtà un problema di razzismo: «È successo un atto discriminatorio, xenofobo e razzista, operato dalla polizia urbana ai danni di un gruppo di ragazzi extracomunitari colpevoli solo di aver giocato a cricket all’interno di un parco pubblico cittadino».

Ora il sindaco di Brescia ha due possibilità: o ritirare e archiviare la multa, o confermarla, ma in quest’ultimo caso, l’avvocato Vicini ha già confermato di voler far ricorso al giudice di Pace.

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Lorenzo Briotti