Dopo 36 anni la giustizia non è stata in grado di fornire la verità agli italiani. Mancano le prove. Sono stati infatti assolti tutti e cinque gli imputati ritenuti responsabili della strage di Piazza della Loggia, a Brescia, avvenuta il 28 maggio del 1974. Morirono otto persone.
A 36 anni di distanza ci sono molti lati oscuri che a questo punto mai verranno chiariti. Gli otto morti ed i 102 feriti non hanno avuto giustizia piena, troppi anni sono passati, troppi depistaggi. Dopo 36 anni i familiari delle vittime non sanno ancora chi, e perché, qualcuno pose una bomba in un cestino dei rifiuti nella piazza, innescandone il potenziale di morte durante il comizio del sindacalista Franco Castrezzati.
Cinque istruttorie e 8 gradi di giudizio precedenti non hanno fornito una ricostruzione dei fatti certa: l’unica acquisizione definitiva è che i reati contestati possono essere iscritti solo nella definizione di concorso in strage. La parola mandante è stata espunta dal processo, anche se è ormai pacificamente accettata la matrice neofascista.
L’assoluzione è intervenuta in base all’articolo 530 comma 2 assimilabile alla vecchia insufficienza di prove. Revocata la misura cautelare nei confronti dell’ex ordinovista Delfo Zorzi che vive in Giappone.
Il processo, nato da un’inchiesta iniziata nel 1993, si è sviluppato in 166 udienze. La Corte d’Assise di Brescia si è ritirata in camera di consiglio martedì scorso dopo 2 anni di dibattimento. L’accusa aveva chiesto la condanna all’ergastolo per Francesco Delfino, Maurizio Tramonte, Carlo Maria Maggi e Delfo Zorzi. E’ stata invece chiesta l’assoluzione per Pino Rauti. Per la strage di piazza della Loggia nessuno è mai stato condannato definitivamente, nonostante diversi processi.
I depistaggi iniziarono sin dal primo momento. I pm che per ultimi sin sono cimentati nell’inchiesta hanno dovuto affrontare una mole di prove, documenti, dichiarazioni, testimonianze, che lo scorrere del tempo ha invalidato, oppure reso inservibili, contraddittorie, non più attendibili. Dal ginepraio processuale i sostituti Roberto di Martino e Francesco Piantoni hanno ricavato una linea d’accusa che conferma il coinvolgomento dei neofascisti e di pezzi deviati dello Stato.
Provo un ”sentimento di impotenza” per la città di Brescia dopo la sentenza con la quale sono stati assolti i cinque imputati per la strage di Piazza della Loggia. ”Un sentimento di impotenza perchè la città voleva due cose: verità e giustizia – ha detto a caldo il sindaco di Brescia, Adriano Paroli – ma non si è riusciti a raggiungerle. La città continuerà comunque a cercare verità e giustizia”.