BRESCIA – Socio della Banca Popolare di Vicenza mette una bomba (scarica) davanti ad una filiale dell’istituto. L’ordigno da esercitazione militare è stato trovato davanti alla filiale di via Triumplina della banca a Brescia.
L’uomo che l’ha messa era stato convinto ad investire, trovandosi con i risparmi di una vita evaporati: in pochi mesi, infatti, il valore delle sue azioni della Banca Popolare di Vicenza erano crollate da 62,5 euro a 10 centesimi. A differenza degli altri 120mila soci dell’istituto, lui ha scelto di vendicarsi lasciando una bomba a mano sulla porta della filiale in cui gli avevano venduto quelle azioni.
A dare l’allarme, spiega il Corriere della Sera,
è stato il direttore quando, alzando la saracinesca, ha trovato l’ordigno, una bomba a mano da esercitazione militare, incastrato nella maniglia. Non è ancora noto se l’ordigno potesse esplodere, sul posto è immediatamente arrivato un reparto degli artificieri e la bomba è stata rimossa. (…) I sindacati hanno condannato quanto successo identificando la vicenda come atto intimidatorio: «I colleghi sono vittime e non complici della grave situazione in cui versa l’istituto».
La vicenda dimostra quanto forti possano essere i risvolti sociali dei tracolli delle due Popolari venete non quotate. Certo i crac riguardano sopratutto i cittadini di Vicenza e Treviso, ma la tragedia di Veneto Banca ha bruciato i risparmi di 900 azionisti bresciani (per un valore complessivo di 20 milioni di euro) e sono migliaia le persone che abitano in provincia che sono state convinte a acquistare gli altrettanto illiquidi titoli della Popolare di Vicenza. (…) Oggi le loro azioni non valgono più nulla.