BRESCIA – Dopo quasi 70 anni la statua del Bigio sarà ricollocata in piazza della Vittoria a Brescia, ma la notizia ha suscitato talmente tanto clamore che l’hanno sentita pure in Inghilterra. Sulle pagine sportive del Guardian di sabato è apparso un articolo di denuncia sul colosso realizzato da Arturo Dazzi nel 1932 e che divenne il simbolo dell’era fascista.
Sotto il titolo “Statue symbolises battle with the past” (Una statua simbolo della battaglia col passato) il Guardian informa i suoi lettori sulle origini del maschio fascista e su quando e da chi fu concepita la statua. La querelle sul ritorno del Bigio, che ha quasi fatto scoppiare una rissa in consiglio comunale a Brescia, scandalizza persino gli inglesi. Ma l’articolo sembra quasi un pretesto per tornare a battere il chiodo sulla polemica Di Canio, l’allenatore “di destra” del Sunderland che al suo ingaggio ha portato alle contestuali dimissioni dell’ex ministro laburista David Milliband dal board della società. La foto del maschio fascista, fiero e in posa, è messa proprio accanto a un pezzo sul contestatissimo allenatore. Hanno fatto, è proprio il caso di dirlo, di tutta l’erba un “fascio”.
Intanto a Brescia la statua è destinata a tornare sul suo piedistallo: il Consiglio comunale di venerdì ha infatti respinto la petizione presentata dall’Anpi, e accontentato il sindaco Paroli accusato di essere un nostalgico del fascismo. Il presidente dell’Anpi Guilio Ghidotti ha parlato di “ricordi del regime ” e il direttore del museo della Shoah di Roma Marcello Pezzetti quasi si vergogna: “Tutti i miei colleghi, soprattutto tedeschi, mi chiedono Come è possibile? Mi sembra normale che ci si mobiliti per ostacolare il ritorno di simboli che danno una visione positiva di quello che è successo nel Ventennio”.
Per il Guardian il caso è indicativo del fatto che, come già sostenuto dall’Independent, c’è una parte persistente di italiani ancora ferma al ventennio, intrappolata tra nostalgiche memorie e rigurgiti autoritari.
Immancabile un riferimento a Silvio Berlusconi di cui si ricorda il discorso pronunciato lo scorso gennaio in occasione del giorno della memoria, quanto definì Mussolini “un vero leader che ha fatto anche cose giuste”. Il tutto condito con il parere di James Waltson dell’Università americana a Roma secondo il quale “il governo berlusconiano ha normalizzato il fascismo”.
