Le conseguenze di tali livelli di assenteismo hanno gravato pesantemente “sull’efficienza di quel presidio pubblico”, tanto che la struttura sanitaria “nel disattendere le alte funzioni socio-assistenziali demandate, ha progressivamente eluso le richieste di esami diagnostici in tempi ragionevoli”, causando una “migrazione degli utenti verso strutture convenzionate con conseguenti incidenze finanziarie sul Servizio sanitario nazionale, ovvero il ricorso a professionisti privati con aggravi economici per i singoli pazienti”, come hanno spiegato gli investigatori.
Ulteriori verifiche nel corso dell’indagine hanno permesso di accertare non solo la persistenza di condotte illecite, ma anche la diffusione di violazioni da parte di altri dipendenti affatto dissuasi dalle denunce sulla stampa locale circa il fenomeno dell’assenteismo. Come al solito a pagare le conseguenze di comportamenti illeciti non è solo il sistema sanitario nazionale, ma soprattutto i malati, che per ottenere visite e prestazioni in tempi ragionevoli sono stati costretti a rivolgersi a professionisti privati e a pagare salato tali prestazioni.