BRINDISI – Tornato a casa dopo un lungo ciclo di cure per combattere un tumore ha trovato nella cassetta della posta la lettera choc: “Licenziato, per troppa malattia”. E’ la storia di Vincenzo Giunta, 46 anni, guardia giurata di Brindisi, moglie e due figli, per cui ora c’è una mobilitazione generale dei sindacati e della politica finalizzata a evitare un licenziamento che, se anche dovesse essere ritenuto legittimo, è stato unanimemente percepito come ‘vergognoso’.
“Mi auguro che la decisione possa essere rivista”, ha dichiarato Giunta che deve affrontare ancora un ciclo di venti sedute di radioterapia a Milano. A lui l’istituto di vigilanza Sveviapol Sud per cui lavora da sei anni ha comunicato per iscritto qualche giorno fa “la risoluzione del rapporto di lavoro” per il superamento del periodo di comporto “in considerazione di assenze per malattia per 244 giorni”. Un tempo certamente lungo, ma durante il quale si è sottoposto a tre interventi chirurgici alla testa. Adesso al fianco di Giunta c’è la Cisl, sindacato a cui è iscritto e che ha avviato tutte le procedure per scongiurare l’interruzione del rapporto di lavoro.
Sulla vicenda è intervenuto anche il segretario generale di Brindisi della Cgil, Michela Almiento. E poi ancora il coordinatore nazionale e deputato di Sinistra Ecologia Libertà, Nicola Fratoianni, che ha presentato un’interrogazione al ministro del Lavoro: “I lavoratori – evidenzia – non sono tutelati dalle leggi e con il Jobs Act la situazione peggiorerà”.
Il sindaco di Brindisi, Mimmo Consales (Pd) ha espresso solidarietà nei confronti del lavoratore brindisino specificando anche di aver chiesto all’ufficio legale di valutare azioni legali a supporto del “nostro concittadino vittima di una palese forma di ingiustizia”. Stessa posizione assunta dal capogruppo Pd nel consiglio regionale: “Spero che l’azienda ci ripensi” ha scritto in una lettera aperta al presidente della Regione Puglia Nichi Vendola e all’assessore al Lavoro, Leo Caroli. Il coro di indignazione che si è levato ha riacceso le speranze della guardia giurata: “Ad aprile dovrò nuovamente partire per Milano per sottopormi ad altre venti sedute di radioterapia e restare senza stipendio, senza alcuna copertura, sarebbe davvero terribile” ha spiegato.
Lungo il periodo di degenza, e c’è ancora da lottare: “Devo pensare prima di tutto alla mia salute”, continua a ripetere. Pur nella consapevolezza che senza un lavoro, senza un reddito, è tutto più complesso. Per se stesso, per la famiglia che continua a sostenerlo. “Impugnerò il licenziamento”, ha concluso dicendosi disposto a sostenere insieme al lungo calvario che gli è toccato in sorte, per gravi motivi di salute, anche un contenzioso dinanzi al giudice del lavoro. Pronto a ogni battaglia, insomma. Ma fiducioso che lo sdegno di chi lo supporta possa comportare un immediato dietrofront del datore di lavoro.