Il 45% dei ragazzi che fanno i bulli a scuola viene condannato per tre diversi crimini entro i 24 anni di età. È un dato della Procura di Milano citato da Claudio Mencacci, direttore del dipartimento di Neuroscienze all’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, nel presentare il primo convegno nazionale sul tema del bullismo che si aprirà venerdì 23 ottobre.
«Il bullismo c’è da sempre – spiega Mencacci – i dati Istat ci dicono che gli omicidi volontari commessi dai minori sono passati da 14 nel 2000 a 27 nel 2005. Inoltre oggi la Tv, i videogiochi e il cinema trasmettono ai ragazzi il messaggio che “vince il più forte”. Se non curiamo questi ragazzi oggi, avremo dei potenziali criminali e dei depressi domani: il 45% degli ex bulli, entro i 24 anni, è stato condannato presso un tribunale per almeno tre crimini».
Il bullismo è quindi sempre meno un fenomeno isolato, e sempre più un’emergenza sociale: più di sette ragazzi su dieci hanno subito le prepotenze di un bullo, o le hanno viste subire a un loro amico. Un fenomeno talmente esteso che gli esperti hanno intitolato il loro congresso chiamandoli “I moderni predatori”. L’incontro, promosso dal Ministero dell’istruzione, riunirà all’Istituto dei Ciechi di Milano medici, pedagogisti, forze dell’ordine e istituzioni per «trovare reali soluzioni alle ferite del bullismo – spiegano gli organizzatori – e incontrare più attori del sistema possibili».
Il bullismo, raccontano i presidenti della Commissione nazionale per la prevenzione del bullismo Claudio Mencacci e il direttore del dipartimento materno infantile del Fatebenefratelli Luca Bernardo «è un fenomeno sociologico, familiare, scolastico e sanitario che ha conseguenze a breve e lungo termine su chi lo attua e chi lo subisce. In Italia è sempre più diffuso» tanto che secondo un’indagine della Società italiana di pediatria del 2007, per l’83,8% degli adolescenti il motivo per cui ci si comporta da bullo è quello di essere ammirati all’interno del gruppo.
«È un fenomeno che va fermato – conclude Bernardo – per questo ritengo fondamentale un progetto di integrazione funzionale tra la scuola, che ha il compito di formare; i medici, che hanno la responsabilità di curare; le forze dell’ordine e la magistratura, che devono osservare, legiferare e imporre rispetto; e le famiglie, che hanno il compito di educare e confrontarsi».
