MILANO – Doveva essere una rapina “tranquilla”, fatta di notte, con la tecnica del buco. E invece il buco lo hanno fatto loro, i due rapinatori. Uno è finito con un proiettile in una gamba e in manette mentre tentava di scappare. L’altro si è barricato in una villa disabitata e ha tentato una resistenza insensata per cinque ore prima di arrendersi.
Succede tutto tra la notte di giovedì e la mattinata di venerdì a Buscate, paese vicino Milano. Due rapinatori puntano la filiale locale di Banca Intesa e decidono per il colpo.
Studiano, o almeno credevano di averlo fatto, tutti i particolari. Individuano il muro “debole”, in una strada poco battuta e agiscono di notte, utilizzando una delle tecniche più comuni, nei film e non solo. Aprono un buco e si intrufolano nella banca. Là, solo una volta dentro, capiscono di non aver calcolato proprio tutto. Perché la cassaforte è esattamente dove doveva essere ma è, come oramai tutte le casseforti nelle banche, a tempo. Di quelle che non si aprono prima di quanto detto. A meno di non avere con sé dell’esplosivo molto efficiente.
I banditi però sono dentro la banca e non vogliono andarsene senza malloppo. E fanno il secondo errore. Decidono di aspettare il personale della banca. Che, ovviamente arriva ma non ha le chiavi della cassaforte. Bisogna per forza aspettare le 9:30, perché la cassaforte si apre quando la banca è già aperta al pubblico. Ed è proprio un cliente a capire che quella mattina nella filiale di via Marconi qualcosa non torna. Avverte i carabinieri che arrivano e capiscono il tutto.
A quel punto i banditi fanno la cosa più ovvia: provano a scappare dal buco. Scelta così ovvia da essere prevista dai militari. Iniziano a volare proiettili e il primo bandito, ferito a una gamba, viene arrestato. Per l’altro inizia la seconda parte dell’avventura insensata: scappa e si barrica in una villa disabitata. E’ armato e non ha ostaggi. Per i carabinieri è una “manna”: il rischio è minimo.
Il bandito resiste cinque ore poi fa la prima cosa sensata dall’inizio dell’avventura: si arrende. Prima che volino alte pallottole e prima che qualcuno, molto probabilmente lui stesso, si faccia male.