Hanno usato un giornale pubblicitario e una bomboletta spray gli sconosciuti che giovedì notte hanno organizzato un attentato contro il pubblico ministero Paolo De Angelis nel palazzo dove abita l’anziana madre, a Cagliari. L’ordigno artigianale però non è esploso e non ha causato danni.
Quel che resta del gesto terroristico nello stabile di via Alghero è un muro annerito e una firma, “tutti liberi”, che è un chiaro riferimento alle inchieste sull’eversione in Sardegna e un pericoloso avvertimento per il magistrato della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo sardo.
Da anni sotto scorta, dopo che un presunto militante anarchico aveva cercato di fare irruzione nel suo ufficio durante un’inchiesta sull’eversione, De Angelis è titolare di inchieste delicatissime: prima tra tutte quella sugli anarco-insurrezionalisti e sull’eversione, scattata dopo una serie di attentati nell’isola (alcuni dei quali rivendicati con le sigle Npc, Nuclei proletari per il comunismo, e Rrs, Resistenza rivoluzionaria sarda). Poi le indagini sugli indipendentisti del movimento “A Manca pro s’indipendentizia”, il cui leader, il ferroviere sassarese Bruno Bellomonte, è stato arrestato lo scorso anno nell’ambito dell’inchiesta sulle nuove Brigate rosse.
L’attentato a De Angelis è stato scoperto la mattina di venerdì da un inquilino dello stabile che, insieme alla portinaia, ha chiamato il 113. Ad occuparsene ora sarà la Procura di Roma, competente per le inchieste sui magistrati sardi.
“Mi hanno informato mentre ero già qui al lavoro, ovviamente sull’episodio non posso commentare” ha dichiarato il sostituto procuratore non appena ha appreso la notizia. Poi una telefonata alla madre per accertarsi che tutto andasse bene.
Solidarietà a De Angelis è stata espressa dal mondo politico, a cominciare dal governatore della Sardegna, Ugo Cappellacci, e dalla presidente del Consiglio regionale Claudia Lombardo. “Siamo tutti colpiti – ha commentato il capo della Procura e della Dda Mauro Mura -. Non avevamo avuto alcun segnale che ci potesse mettere in allarme”.
* Scuola di Giornalismo Luiss