Il blitz è scattato all’alba quando gli uomini della sezione antidroga della Squadra Mobile di Cagliari hanno eseguito ventisette ordinanze di custodia cautelare, di cui tre a carico di altrettanti agenti di polizia.
A finire in trappola una banda di trafficanti di droga che da anni controllava il mercato degli stupefacenti nei quartieri cagliaritani di Is Mirrionis e di Sant’Elia. In carcere, tra gli altri, i poliziotti Alberto Santus, trentaseienne, e Simone Liggi, trentacinque anni. Il loro appoggio, sostiene il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Cagliari, Ermengarda Ferrarese, firmataria delle ordinanze su richiesta del pubblico ministero Danilo Tronci, sarebbe stato fondamentale per la sopravvivenza dell’organizzazione. Una collaborazione attiva agli affari della compagnia delle Indie, come spesso la banda veniva chiamata in linguaggio cifrato dai suoi componenti nelle telefonate intercettate dalla Polizia. L’organizzazione sarebbe stata favorita anche da altri tre agenti: il quartese Gianluca Pilleri, trentasette anni, da ieri agli arresti domiciliari, Vincenzo Brancia e Pierandrea Giua, entrambi trentacinquenni, per i quali il giudice Ferrarese non ha disposto alcuna misura cautelare.
A capo della congrega criminale due donne e i loro rispettivi compagni: Eze Obiageli, conosciuta come Katherine, quarantatreenne nigeriana ora introvabile e ricercata insieme a due connazionali, Agostino Mulas, residente a Quartu S. Elena, e Patrizia Zedda, trentasei anni, con Danilo Chierichetti, di Capoterra. Sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al traffico internazionale di droga.
Era dal 2004 che le forze dell’ordine avevano nel mirino i movimenti della banda. Appostamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali si sono susseguiti numerosi in questi cinque anni ma senza il contributo delle confidenze dei pentiti non si sarebbe arrivati al blitz. Oltre ai ventitrè arresti, le indagini hanno portato al sequestro di quattro chili di cocaina, custoditi nell’abitazione di Ignazio Scaramuccia, quarantacinquenne di Is Mirrionis, e diecimila euro in contanti, a casa di Francesco Auriemma, venticinquenne. Come ricostruito dagli inquirenti, sarebbe stata la Obiageli, grazie ai contatti con la “mala” nigeriana, a procurare la droga dalla Campania, dall’Olanda e dalla Spagna mentre la Zedda e Chierichetti avrebbero avuto il compito di piazzarla nel capoluogo sardo.
*Scuola di Giornalismo della Luiss
