CAGLIARI, 7 NOV – Si sono avvalsi della facolta' di non rispondere la figlia e il genero dell'ex infermiera cagliaritana di 64 anni uccisa in casa ad Assemini e poi bruciata nei pressi di un lago artificiale. Questa mattina il gip di Cagliari, Roberta Malavasi, ha convalidato gli arresti di Monia Bellofiore, 42 anni, e del marito Giuseppe Oliva, di 39, entrambi rinchiusi nel carcere di Buoncammino dove si e' svolta l'udienza di convalida. Accolta la richiesta dell'accusa, formulata dal pm Danilo Tronci, di contestare alla coppia anche la premeditazione.
I due, accusati di omicidio premeditato pluriaggravato, continuano a non parlare dopo che nei giorni scorsi si erano proclamati innocenti. Il gip ha disposto nei loro confronti la custodia cautelare in carcere, dove resteranno in attesa del processo. Entrambi con problemi di tossicodipendenza, avrebbero ucciso Maria Irene Sanna al culmine dell'ennesimo litigio perche' la vittima avrebbe negato loro i soldi per comprare l'eroina. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, l'ex infermiera, che pur essendo in pensione lavorava come badante proprio per aiutare la figlia tossicodipendente e il genero, sia stata colpita con un oggetto contundente e sia morta per una lesione alla base del cranio. L'omicidio, probabilmente, e' avvenuto durante la notte, mentre la donna dormiva, e il suo corpo sarebbe stato poi trasportato vicino al lago del Cixerri, dove e' stato dato alle fiamme. Secondo quanto emerge dalle indagini, dalla casa sarebbe sparito anche il materasso del letto, nel tentativo da parte della coppia di eliminare le prove del delitto.
