Il primo dato viene da Genova, Genova città dalla demografia segnata da alta incidenza di anziani, come peraltro tutta la Liguria. Ed è un dato, come freddamente usa dire, grezzo. Grezzo, cioè ancora non sottoposto ad analisi qualitativa. Il dato è: 1074 morti. Più di quanti se ne registrarono in analogo territorio e in analogo spazio di tempo nel 2003. Il 2003, anno-forno, anno dalle grandi temperature, anno dell’accertato e documentato aumento e picco delle morti soprattutto di anziani, morti con evidenti legami con stress da caldo.
I 1074 decessi di Genova, numericamente più di quanti nello stesso periodo del 2003, non è ancor detto né verificato siano deceduti i seguito a sindromi legate o anche semplicemente accentuate dalle prolungate alte temperature. Non è ancor detto per il semplice motivo che verifiche e analisi non c’è stato ancora modo e tempo di effettuarle. Per ora si conosce solo il dato di una alta mortalità. Legittimo quindi il sospetto che esista un nesso tra le settimane, l’una dopo l’altra, a 35 gradi o giù (o su) di lì e l’accresciuta contabilità dei decessi. Il caldo, il caldo non estremo di un giorno, ma il caldo massiccio e ininterrotto per settimane, è logico supporre induca stress fisico, soprattutto su organismi indeboliti dall’età e da patologie. Difficile, improbabile si muoia letteralmente di caldo, ma il caldo può, eccome se può, essere una potente concausa di morte.
Non ci sono al momento dati relativi alla mortalità in altre città d’Italia. Presto per dire o ipotizzare Genova cioè Italia. Dati sulla mortalità che andrebbero poi calibrati anche a misura della rimossa ma costante mortalità da Covid (100 al giorno appaiono al pubblico sentire una accettabile normalità, inzuccherata dalla vulgata per cui sono morti con il Covid, non di Covid). Argomento questo dei decessi con Covid che non sarebbero da mettere in conto alla pandemia che ha la consistenza clinica e logica del dilemma sull’uovo e la gallina…Comunque la mortalità da Covid incide in grandissima parte sulla popolazione anziana e clinicamente fragile. Lo stesso campo di “lavoro” della mortalità favorita dallo stress cui il caldo sottopone l’organismo. Caldo estremo e prolungato e Covid lavorano se non in coppia di certo in nefasta sommatoria. E caldo estremo ed alto contagio fanno dell’estate 2022 non un’estate per vecchi.
Previsioni annunciano altra massiccia dose di caldo estremo, altre giornate in città e ovunque sopra i 35 gradi di giorno e non sotto i 25 di notte. Almeno, almeno un’altra settimana. Scalda sull’infuocato. No, non è un’estate per vecchi, proprio no.