ROMA – I suoi aggressori gli avevano chiesto: “Sei un camerata?” Lui non ha risposto ed è stato colpito con calci e pugni. Risultato: una frattura allo zigomo, due al setto nasale e una frattura perioculare. Un ricercatore trentenne dell’Università Roma Tre è ora ricoverato in ospedale in attesa di essere operato.
L’aggressione è avvenuta intorno a mezzanotte in via Giustiniano Imperatore, e viene riferita da un amico della vittima, che è stato anche uno dei suoi primi soccorritori: “Dopo una cena tra amici in un ristorante del quartiere ci siamo salutati, il mio amico si è avviato da solo a piedi verso casa, abita da sempre a San Paolo, quando un gruppo di quattro ragazzi su due motorini lo hanno intercettato e fermato”.
Il ragazzo continua il racconto, che gli è stato riferito dall’aggredito: “I quattro scesi dal motorino con ancora i caschi indosso lo hanno fermato e gli hanno domandato se fosse un camerata. A quel punto – secondo la ricostruzione – il ricercatore, impaurito ha risposto: “sono come voi”.
Ricevuta questa prima risposta è stata posta al giovane una seconda domanda: “Di che brigata sei?”. L’aggredito non ha risposto ed è stato così colpito in pieno volto con il casco e poi con calci e pugni. Tutto è durato un lasso di tempo molto breve”.
Solo dopo la vittima ha chiamato l’amico chiedendo aiuto: “Quando sono arrivato l’ho trovato in un lago di sangue e insieme al fratello lo abbiamo portato al pronto soccorso. Qui abbiamo sporto denuncia contro ignoti, partita d’uffico dal posto di polizia del pronto soccorso. Non fa politica, solo volontariato aveva con sé il portafogli, l’Iphone ma non è stato derubato di nulla. Non abbiamo avuto diverbi con nessuno durante la serata. È stato un gesto di violenza fine a se stessa. È stato come Arancia Meccanica”.