Camilla Canepa, la ragazza di 18 anni morta dopo la vaccinazione volontaria con AstraZeneca, secondo quanto appreso soffriva di piastrinopenia autoimmune familiare e assumeva una doppia terapia ormonale.
Gli investigatori vogliono capire se le due patologie fossero state indicate nella scheda consegnata prima della somministrazione del vaccino, il 25 maggio. Tra i documenti che stanno acquisendo i militari anche le relazioni dei dirigenti medici del San Martino Pelosi e Brunetti. Martedì 15 giugno verrà dato l’incarico ai medici legali Luca Tatjana e Franco Piovella.
Aggiornamento delle 18,13
C’è da dire però che la malattia di cui soffriva Camilla Canepa aveva come effetto un abbassamento delle piastrine. Si tratta dello stesso effetto collaterale che si sta attribuendo al vaccino. Detto ciò è molto difficile che le due cose siano correlate.
A dirlo è Paolo Corradini, presidente della Società Italiana di Ematologia, secondo cui però sarebbe comunque meglio seguire le raccomandazioni e fare i vaccini ad adenovirus solo sopra i 60 anni.
“La piastrinopenia autoimmune da cui era colpita la ragazza e la reazione che si ipotizza possa scatenare in rarissimi casi il vaccino hanno due meccanismi diversi” spiega l’esperto. Che prosegue: “Gli anticorpi si scatenano contro obiettivi differenti, e in questa fase non è possibile dire se ci sono correlazioni”.
“Quello che possiamo ricordare però è che c’è una raccomandazione dell’Ema per usare Astrazeneca solo sopra una certa età, che è stata fatta proprio perchè le reazioni avverse gravi sono state viste in maggioranza nei giovani, e andrebbe seguita.
La malattia autoimmune di per sè, almeno per quello che se ne sa finora, non costituisce una controindicazione per il vaccino”.
I carabinieri del Nas di Genova stanno intanto acquisendo cartelle cliniche e tutta la documentazione medica relativa a Camilla. I militari, delegati dai pm Francesca Rombolà e Stefano Puppo insieme all’aggiunto Francesco Pinto, si sono recati negli ospedali di Lavagna. Qui la giovane era stata ricoverata il tre giugno. Poi si sono recati anche al Policlinico San Martino.
Sul primo ricovero al pronto soccorso di Lavagna di Camilla, la giovane di Sestri Levante deceduta a causa di una trombosi dopo aver ricevuto volontariamente la prima dose di AstraZeneca, la Asl4 aveva fatto approfondimenti il 7 giugno 2021, 3 giorni prima del decesso. A dirlo è il direttore generale Paolo Petralia che all’Ansa. Che dichiara: “La direzione sanitaria ha acquisito in data 7 giugno dettagliata relazione del direttore del pronto soccorso sul percorso relativo alla paziente. Ritenendola esaustiva, non ha al momento attivato ulteriori iniziative”.
E’ in corso al Policlinico San Martino di Genova l’espianto degli organi di Camilla Canepa. Secondo quanto appreso, è già stato espiantato il fegato, affidato alla staffetta appena partita per l’ospedale di Niguarda (Milano).
Verranno espiantati altri quattro organi oltre al tessuto che verrà messo a disposizione dell’anatomopatologo della procura. “Un gesto ammirevole, un grande gesto d’amore”, ha detto il direttore generale del San Marino Giuffrida commentando la decisione dei genitori di Camilla di donarne gli organi.
“Hanno appena perso una bimba e mentre metabolizzano questa tragedia – ha detto ancora Giuffrida – riescono a pensare agli altri, a persone che adesso potranno continuare a vivere. E’ ammirevole quello che hanno fatto, è ammirevole dare la vita a altre persone”.
Gli organi espiantati sono stati messi nella disponibilità del centro nazionale trapianti e per ora è nota la sola destinazione del Niguarda oltre che a un paziente ricoverato al San Martino. Secondo quanto appreso, una equipe di psicologi messa a disposizione dal Policlinico genovese sta assistendo i genitori e le equipe mediche che hanno operato Camilla.