
NAPOLI – Nella vicenda di camorra e appalti che ha portato a 9 arresti a Santa Maria Capua Vetere c’è anche il nome di Stefano Graziano. L’autosospeso presidente del Pd in Campania è indagato: secondo l’accusa in cambio di voti avrebbe favorito il clan del casalesi in una serie di appalti. Ecco alcune intercettazioni pubblicate sul Corriere della Sera. A parlare è Alessandro Zagaria, imprenditore ritenuto il punto di contatto tra le imprese del clan e la politica locale.
Zagaria: devo mettere a lavorare a questo! Ho perso già una fatica e adesso già stanno lavorando! ……. Zagaria: ma tu non ci stare troppo…rimaniamo sempre quelli che siamo. Quello Pasquale…il c…o…ha detto: io ho fatto il passaggio! Pasquale sei capace di metterti addosso…addosso!
(Nel corso della conversazione – annota il giudice – Zagaria asserisce che il citato Pasquale gli ha proposto di passare con lui) Zagaria:….Hai capito…ti vuoi togliere…mi serve uno come te…ma che c…o stai dicendo, io tengo per il Pd (Nella circostanza – aggiunge il gip – riferisce a Di Muro anche la risposta negativa che ha fornito sempre a Pasquale)…Io ti voglio bene a te…tu sei sempre l’amico mio, cosa hai capito? No io ti ringrazio di questa cosa.. No non mi devi ringraziare mai! E già non sta bene…perché noi dobbiamo portare a Graziano (Stefano, precisano gli inquirenti) e tu non ti fai vedere. Ti dovrei allontanare io a te! O no?.
Quel giorno stesso viene registrata un’altra conversazione tra i due nella quale «si fa esplicito riferimento – scrive il gip – all’appalto relativo alla ristrutturazione del palazzo Teti Maffuccini (vicenda al centro dell’inchiesta, ndr) e all’aiuto che Graziano dovrebbe fornire affinché il finanziamento possa essere trasferito da un capitolato di spesa a un altro consentendo margini di tempo meno ristretti rispetto al precedente e scongiurare la perdita del finanziamento. Dalla stessa conversazione emerge il nome di Alfonso Salzillo, consigliere comunale di Santa Maria arrestato in esecuzione di una ordinanza emessa il 30 marzo scorso per 416 bis.
Di Muro: io tengo un santo in paradiso che mi protegge!…o no? Zagaria: come a me! Quando va bene…hai capito?…in grazia di Dio! Quello domani va a Roma e giovedì siamo qua Di Muro: giovedì dobbiamo andare da…(cade la linea) Secondo il giudice «le modalità di interlocuzione utilizzate da Zagaria ed i comportamenti tenuti nei suoi spostamenti, l’utilizzo di cellulari intestati ad altri soggetti costituivano indici di una evidente intraneità al contesto illegale delineatosi intorno all’appalto per il palazzo Teti Maffuccini».
Le persone oggetto dell’inchiesta sono accusate, a diverso titolo di associazione per delinquere di stampo camorristico, corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio e altre irregolarità nelle gare di appalto pubblico messe in atto anche per agevolare il clan dei “casalesi”. L’ipotesi di reato che si formula nel decreto di perquisizione nei confronti di Stefano Graziano, presidente regionale del Pd e consigliere regionale, è di concorso esterno in associazione camorristica. A quanto si è appreso, al vaglio degli inquirenti vi sarebbe, tra l’altro, il presunto appoggio alla sua elezione da parte dell’imprenditore della ristorazione Alessandro Zagaria, arrestato nell’ambito della stessa inchiesta. Graziano si è autosospeso dai suoi incarichi, ossia dalla presidenza del consiglio regionale della Campania, dal Pd e dal gruppo in consiglio regionale.
La bufera giudiziaria scuote ancora una volta il partito Democratico in Campania, a poco più di un mese dalle elezioni per le comunali a Napoli, Caserta, Salerno e Avellino. La tegola che si abbatte su Graziano è un duro colpo all’immagine dei democrat campani, che stavano cercando di risalire nei sondaggi pre-elettorali anche grazie all’impegno in prima persona del segretario nazionale e Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che proprio domenica è tornato a Napoli per la sua terza visita nel giro di poche settimane.