Svelto, imprendibile, l’audace roditore zigzaga, cambia marcia, finché vistosi accerchiato imbocca l’ingresso della pregiata Galleria d’Arte Nabis. Qui, un attimo solo prende fiato per ammirare il modernariato novecentesco in esposizione, per un attimo ha paura di una zebra dipinta, scarta un paralume liberty e si rifugia in un angolo. La titolare, semi-svenuta per l’orrore, trova la forza di scappare a gambe levate. Di corsa raggiunge gli uffici della Asl. Nella sonnolenta pausa del pomeriggio quando non un’ombra offusca la pace isolana, un addetto spiega alla signora ancora traumatizzata che l’ufficio non si occupa di derattizzazioni, un servizio evidentemente gestito in outsourcing visto che a svolgerlo è una società privata difficile da contattare.
Il topo, nel frattempo, è un’ora che medita arditi piani di fuga mentre contempla l’art decò in cerca d’ispirazione. Non sa che sta arrivando il marito della proprietaria, il quale presta servizio presso i vigili urbani. Con sprezzo del pericolo, imbracciata un’arma non meglio identificata (potrebbe trattarsi di uno spazzolone) uccide a sangue freddo l’inopportuno visitatore.
La vicenda ha suscitato polemiche e proteste dei commercianti. “Si tratta di qualcosa di intollerabile – dicono a più voci i titolari delle botteghe di via Fuorlovado – oltre al tanfo maleodorante delle fogne che tutti i giorni ci arriva da questi tombini, non viene preso alcun provvedimento dagli uffici competenti della Asl. Siamo costretti a subire scene di questo genere davanti agli occhi increduli dei turisti. Capri dovrebbe essere tenuta come un gioiello, ed è incredibile che accadano queste cose”.