ROMA – Alla storica segretaria di Bernardo Caprotti, Germana Chiodi, vanno 75 milioni di euro, ossia la metà dei risparmi del fondatore di Esselunga. Ai 5 nipoti dell’imprenditore, Fabrizio e Andrea (figli del fratello Claudio) e ai tre figli di Giuseppe Caprotti è destinata l’altra metà dei conti correnti e titoli di Bernardo, vale a dire 15 milioni a testa. Sono queste le cifre riferite all’ANSA da fonti vicine alla famiglia dopo che l’esecutore testamentario Stefano Tronconi ha verificatola consistenza dei risparmi.
Tra le eccentricità del testamento, se così si può dire, oltre alla fortuna destinata alla segretaria (e factotum, praticamente una sua estensione operativa) spicca anche la clausola cosiddetta anti-Coop, vista la decennale battaglia che impegnò Bernardo contro il mondo delle cooperative (famoso il suo pamphlet “Falce e carrello”).
“Un cittadino di ciò che è suo fa quello che crede meglio e Caprotti, del tutto legittimamente, ha deciso”, ha risposto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti (una vita nelle coop emiliane), a margine della Biennale dell’economia cooperativa replicando a chi gli chiedeva un commento sulla decisione del fondatore di Esselunga, Bernardo Caprotti, di inserire nel suo testamento la clausola per cui la sua azienda non possa essere venduta alla Coop.