ROMA – Assentarsi in orario di lavoro per un caffè va bene ma per discutere con la ex moglie no. La Corte di cassazione ha confermato la condanna a due mesi e venti giorni di carcere militare a un carabiniere che si era preso una pausa di 15 minuti per discutere, in orario di lavoro, con la ex della vendita di una casa in comune.
Invano, come scrive il ‘Sole24Ore’, gli avvocati del carabiniere hanno tentato di convincere i giudici che quella chiacchierata con la ex potesse essere paragonata a una pausa caffè. Il Supremo collegio ha infatti fatto notare la differenza che corre tra un incontro per scopi familiari, nel contesto di una separazione, e il momento di ristoro rappresentato da un caffè.