ROMA – Difende la sua scelta di non aver ”interferito” con una elezione avvenuta, ma sottolinea che l’insegnamento della Chiesa, sugli omosessuali e non solo, non cambia. Cosi’, intervistato dalla Stampa, il cardinale Cristoph Schonborn, arcivescovo di Vienna, parla di una vicenda di un mese e mezzo fa, quando lascio’ al suo posto nel consiglio pastorale di una parrocchia austriaca Florian Stangl, giovane che convive con il suo compagno.
”E’ la parrocchia – precisa – che deve scegliere bene i candidati per il consiglio pastorale, in conformita’ con i requisiti previsti. Nel caso di cui parliamo cio’ purtroppo non e’ avvenuto”.
”Di fronte ai casi di irregolarita’ – spiega -, di persone che convivono, di divorziati che si risposano o di coppie formate da persone dello stesso sesso, noi pastori dobbiamo tener fermi gli insegnamenti della Scrittura e della Chiesa”. Non ”per fideismo”, sottolinea, ”ma perche’ siamo convinti che rappresentano il cammino verso la felicita”’.
Non e’ cambiata, ribadisce, ”la posizione della Chiesa su questi temi e non si tratta di un precedente. E’ solo un caso particolare”. La Chiesa, prosegue, ”condanna il peccato, non il peccatore”.
Il movimento di dissenso, che chiede l’abolizione del celiato, il sacerdozio alle donne, i laici nelle celebrazioni, ”e’ diffuso – dice Schonborn -. Si tratta in gran parte di sacerdoti della generazione del Sessantotto. Molti di loro soffrono, vanno rispettati, e spesso sollevano problemi reali”.