MILANO – “Voi non avete alcuna colpa”. Il cardinale Dionigi Tettamanzi lo ha detto ai familiari di Carlo Lissi e Maria Cristina Omes dopo averli incontrati nella casa di Motta Visconti, in provincia di Milano, dove Lissi ha sterminato la propria famiglia.
Andrea Galli sul Corriere della Sera scrive che Motta Visconti è un luogo caro a Tettamanzi, in cui nel 2002 aveva iniziato il viaggio d’insediamento, ed è tornano nella città il 7 luglio:
“L’aveva invitato per la festa patronale il parroco don Gianni Nava, convinto dell’aiuto da parte di un uomo così forte e amato a una comunità in difficoltà e naturalmente a due famiglie che vivono giorni di dolore atroce e di più atroci rimorsi”.
Il cardinale ha incontrato le famiglie:
“I signori Lissi hanno continuato a ripetere una domanda: «Dove abbiamo sbagliato eminenza?». Tettamanzi ha interpretato la situazione come ci ha abituato. Con la semplicità del pastore, con l’umiltà d’un curato qualunque: ha ascoltato, è entrato in contatto fisicamente con gli interlocutori, abbracciandoli, accarezzandoli, mantenendo una distanza brevissima nel corso della conversazione; insomma ha voluto far capire, io sono davvero con voi in questo momento, non è una visita di prammatica, non è una missione istituzionale, non sono qui perché la cosa andava fatta; voi non dovete sentirvi in colpa, ha detto il cardinale, in particolar modo alla mamma di Lissi, che lo incalzava con i suoi «perché?»”.
I genitori di Lissi sono tormentati e disperati per non aver compreso cosa il figlio stava per fare:
“quello appunto d’essere i genitori di un assassino, e di «non aver mai avuto avvisaglie», di «non aver mai percepito che qualcosa stava per succedere»”.
Un tormento che i genitori di Lissi condividono con Pina, la mamma della vittima Maria Cristina Omes, il cui papà è morto qualche anno fa:
“La signora Pina ha domandato al cardinale, che ugualmente s’è intrattenuto nella sua casa una mezz’ora, com’è stato possibile che lei, così attenta alla figlia e ai nipoti, così contenta di quel marito che Maria Cristina aveva scelto, sia stata travolta d’improvviso e non abbia invece capito che (forse) il matrimonio aveva già dei problemi. Tettamanzi ha risposto parlando di fede e speranza, parlando dell’esistenza quotidiana, della forza da ritrovare, e d’un male da tener lontano: lasciarsi andare, precipitare, pensare che tanto, forse tutto non abbia più senso alcuno”.