MILANO – Un “uomo di ghiaccio”: così viene descritto dagli inquirenti Carlo Lissi, l’uomo accusato di avere ucciso, sabato 14 giugno, la moglie Maria Cristina Omes e i due figli nella villa di famiglia a Motta Visconti (Milano). L’uomo ha trascorso le sue prime 24 ore in isolamento in carcere.
Lunedì mattina, dopo il lungo interrogatorio cui è stato sottoposto e che l’ha portato a confessare il triplice omicidio, Lissi è stato trasferito in carcere a Pavia, dove è sotto costante monitoraggio. Secondo quanto riferisce l’agenzia Ansa, avrebbe mostrato la stessa freddezza dei primi momenti.
Già quando era stato sentito a lungo dagli inquirenti semplicemente perché al centro della tragedia di Motta Visconti, Lissi aveva mostrato una freddezza anomala. ”Mentre il padre, il nonno dei bambini uccisi, si è sentito male per il dolore ed è stato portato via in ambulanza”, racconta un investigatore, lui prima si è fatto portare una pizza perché aveva fame e poi è andato a casa a dormire.
E quando è stato richiamato in caserma, dopo aver riposato per diverse ore, ed è passato da persona informata dei fatti a indagato, si è lasciato andare solo in due momenti: quando i carabinieri gli hanno contestato la sua passione per una collega, mettendolo con le spalle al muro, e quando, durante la confessione, ha ripercorso gli attimi e le modalità con cui ha sgozzato i due due figli di 5 anni e di 20 mesi. ‘‘Qualche lacrima, non certo un pianto disperato, e nessun’altra reazione emotiva”.
(foto Ansa)