ASCOLI – Continuano le ricerche del killer di Carmela Rea (detta Melania), la giovane madre scoparsa da Colle San Marco mentre si trovava con il marito e la sua bambina e rinvenuta cadavere dopo due giorni, seviziata e massacrta con una trentina di coltellate. Il marito, il fratello e il cognato di Melania sono stati interrogati a lungo in veste di persone informate dei fatti. Gli interrogatori sono terminati intorno alle 00.30 di venerdì sera, e si sono tenuti alla persenza dei pm di Ascoli Umberto Monti, Carmine Pirozzoli e della collega della Procura di Teramo, Greta Aloisi.
Secondo quanto si è appreso, i magistrati hanno voluto cristallizzare una serie di punti emersi dopo i sopralluoghi sul terreno dove è stato rinvenuto il cadavere. Le forze dell’ordine ascolteranno nelle prossime ore anche altre persone estranee alla famiglia della donna assassinata. Oggi, sabato, e domani, nella giornata di Pasqua, proseguiranno gli accertamenti tecnici, e verranno analizzate con particolare attenzione le utenze telefoniche. Verrà effettuato anche un sopralluogo sul tratto di strada che Melania aveva percorso per andare la bagno del ristorante prima di scomparire: sul posto, insieme ai Ris e agli agenti della Guardia Forestale, sono giunti i cani molecolari specializzati nell’individuazione di tracce di sanuge.
Intanto venerdì pomeriggio è stato sequestrato il computer di Carmela e i Carabinieri sono a lavoro per analizzare le chat di Melania per trovare qualche indizio. Inoltre rovistando fra un cassetto e un armadio, nell’appartamento di Folignano, dopo la seconda sim card è stato trovato anche un secondo telefonino, un altro piccolo inquietante segno che al mulino delle indagini, comunque, qualcosa potrà portare.
Nella siringa trovata infilzata nel seno di Carmela, inoltre, potrebbe non esserci stato nulla. Nessun narcotico o droga. Il particolare è interessante perché potrebbe dire molte cose dell’assassino e del perché, e come, abbia agito. Se la siringa era vuota, riflette oggi il comandante provinciale dei carabinieri di Ascoli Piceno, Alessandro Patrizio, ”non c’era nulla per una ragione che dev’essere chiarita”. E per una ragione non da poco. Perche’ se Carmela-Melania e’ stata narcotizzata, questo vuol dire che il killer non ha agito d’impulso – come lasciano invece intendere le coltellate inferte con furia sul corpo della donna, anche dopo la morte – ma ha premeditato l’aggressione.
E questo e’ uno scenario. Ma se la siringa era vuota, quale puo’ essere il significato della sua presenza sul seno della vittima? Un depistaggio? Un messaggio che rimanda all’uso della droga? Non certo da parte della vittima, madre di famiglia e persona – cosi’ la descrivono tutti – senza ombre. Interrogativi fra i tanti che inquirenti e investigatori stanno cercando di risolvere, in attesa di una prima relazione sui risultati degli accertamenti, e in attesa che, dunque il corpo di Melania ‘parli’.