Gaetano Corallo, padre di uno dei titolari del gruppo Atlantis, coinvolto nella vicenda della casa di Montecarlo ceduta da Alleanza Nazionale, non è latitante e lo annuncia in un’intervista al Giornale nella quale afferma che è possibile risalire al reale proprietario dell’abitazione, nonostante si tratti di società off shore che garantiscono l’anonimato ai soci.
Corallo, in primo luogo, esclude un coinvolgimento del figlio, Francesco, socio di maggioranza di Atlantis, nella vicenda. Poi, ammette di conoscere James Walfenzao, il procuratore che gestisce le società off shore. ”Lo conosco – dice Corallo – è una persona per bene. Un professionista serio. Era direttore di una banca a Saint Martin, dove viveva mio figlio e dove Laboccetta va in vacanza, poi si è dimesso. L’ho rivisto solo recentemente a Miami dove s’è fatto un ufficio per gestire queste società off shore”.
L’intera vicenda della casa di Montecarlo, per Gaetano Corallo, in realtà è chiara ”anche i bambini hanno capito com’è andata questa storia – dice – di chi è la casa, chi la occupa”. ”La off shore serve a nascondere il reale compratore – aggiunge – non si scappa. Chi ha il pacchetto delle azioni al momento è il proprietario ma non è detto che non si possa risalire al primo propretario, quello della cessione della casa da An alla società”. Corallo è sicuro che ”una traccia resta sempre, non e’ che un fantasma va da Walfenzao e costituisce una società. Ci deve essere qualcuno che fisicamente si presenta, nome e cognome”.