Fini nello stato di famiglia Tulliani, il mistero della targa del cognato, le carte della casa a Montecarlo incomplete

Sono arrivate a Roma le carte richieste dalla procura capitolina al principato di Monaco dopo una rogatoria internazionale ma, accusano oggi Libero e il Giornale, sarebbero incomplete. I documenti serviranno a chiarire i dubbi sollevati dalla stampa sulla casa di Giancarlo Tulliani nel principato di Monaco ed eventuali illeciti. L’appartamento in Rue Princesse Charlotte passato dalla proprietà di An, poi a una società off shore, e ancora ceduta a una seconda società off shore, fino a essere abitata dall’ormai celebre cognato del presidente della Camera Fini.Il tutto a un prezzo di vendita particolarmente vantaggioso.

Secondo Il Giornale ad accompagnare le due cessioni ci sarebbero due contratti composti in un modo da rendere molto difficile risalire all’acquirente della casa. Due società off shore con un proprietario misterioso e controllate da altre fiduciarie. Il Giornale aggiunge anche un altro particolare: nello stato di famiglia dei Tulliani compare anche Gianfranco Fini. Nel documento pubblicato in prima pagina si mostra quindi come Fini faccia parte, anche per la pubblica ammnistrazione, della famiglia della compagna.

Sul prezzo dell’immobile monegasco, Libero spiega che l’ex tesoriere di An, Francesco Pontone, avrebbe assicurato di non aver ricevuto altra offerta d’acquisto per la casa (un immobile “fatiscente” e bisognoso di numerosi interventi di ristrutturazione) oltre quella della Printemps Ltd, la prima off shore a comprare. Ma secondo il quotidiano le carte sarebbero incomplete: manca infatti la stima ufficiale dell’immobile. Tra i documenti arrivati in procura c’è però il contratto d’affitto, con le due differenti firme di locatario e locatore, e la trascrizione sul registro pubblico dello stesso contratto d’affitto. Ossia quel documento dove invece compaiono due firme perfettamente identiche. E il destino politico dell’ex tesoriere di An è appeso a un filo: oggi una riunione dei vertici del partito dovrebbe decidere sulle sue dimissioni, anche se il diretto interessato ha finora temporeggiato: “Dimissioni? Non lo so”.

Non solo la casa, ma anche le macchine di casa Tulliani creano qualche piccolo “giallo”. Il Fatto Quotidiano svela di aver seguito per le strade di Roma la Mercedes, noleggiata e con conducente, sulla quale viaggiava Giancarlo Tulliani. Lui non risponde ai cronisti ma il giornale decide di fare qualche verifica sulla targa. Risultato? L’auto non è iscritta al Pra, non risulta. Possibile? Perchè neanche i servizi segreti hanno il diritto all’oblio. La spiegazione del Fatto è che non ci sia alcun mistero dietro: forse in questo caso, solo un errore tecnico.

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Elisa D'Alto