Da 50 a 200 euro. I circa 200.000 italiani che hanno in affitto una casella postale nei giorni scorsi hanno ricevuto da Poste Italiane una lettera decisamente poco gradita. In calce la dicitura “rivisitazione del servizio di casella postale”, nei fatti una stangata. Con rincari delle tariffe, in alcuni casi, anche del 400%.
Le caselle postali, invenzione di mezzo secolo fa che consente al cliente di farsi recapitare le lettere “riservate” direttamente alle Poste, sono in tre formati, piccola media e grande. Fino ad oggi i costi dell’affitto erano contenuti: 35 euro all’anno per la piccola fino ai 50 per la grande. Dal 2010, invece, Poste ha deciso tariffe nuove: 100, 150 e 200 euro.
Inevitabile la reazione dei detentori delle caselle e dei consumatori. Il servizio, più che dai privati, è utilizzato per il 70% dalle aziende. Rosario Trefiletti, presidente della Federconsumatori è critico: «Capisco che le famiglie siano meno interessate. Ma le ripercussioni di questa decisione saranno evidenti: è chiaro che l’avvocato o la piccola impresa che ricorrono al servizio riverseranno l’aumento delle tariffe sui clienti».
Poste giustifica il rincaro con due fattori. Da un lato, dal 2010, con la casella postale si avrà diritto a servizi come il fax che prima si pagavano a parte. Dall’altro, spiega l’azienda, le caselle postali hanno una scarsissima redditività. Romolo Giacani, responsabile per Poste dei rapporti con i consumatori spiega: «Ricorrere ad aumenti così elevati non rientra nella filosofia aziendale ma le tariffe attuali sono insostenibili e la domanda è fortemente diminuita»
In effetti, delle circa 300.000 caselle postali disponibili, ad oggi ne risultano occupate circa 210.000.