TORINO – Andreotti? Per Gian Carlo Caselli resta uno colpevole fino al 1980: “Dell’attività politica del senatore Giulio Andreotti non posso parlare perché non mi compete. Del processo che cominciò quando ero a capo della procura di Palermo, osservo che dopo l’assoluzione in primo grado portò in appello ad una affermazione di penale responsabilità fino al 1980; il reato, ritenuto commesso, fu dichiarato estinto per prescrizione. Il senatore fu dunque dichiarato colpevole fino al 1980”. È il commento di Caselli, procuratore capo a Torino, sul processo per associazione di stampo mafioso che venne intentato a carico di Andreotti.
La sentenza d’appello venne confermata dalla Cassazione. A questo proposito, il magistrato sottolinea che fu lo stesso Andreotti a presentare ricorso: “Non lo avrebbe fatto se davvero fosse stato stato assolto”.
Caselli osserva ancora che a carico di Andreotti “furono provati due incontri in Sicilia”, con Stefano Bontade e altri mafiosi, “per discutere, dice la sentenza, di fatti gravissimi, riguardanti la delicata questione Piersanti Mattarella“, il numero uno della Dc siciliana ucciso dalla mafia.
“Con questa mia dichiarazione all’Ansa – ha sottolineato il magistrato – intendo anche rettificare quanto ho affermato in precedenza ad altri organi di informazione, in cui dissi erroneamente che Andreotti incontrò Gaetano Badalamenti, mentre si tratta, ripeto di Bontade”.