Niente estradizione per Danilo Restivo, l’indiziato numero uno del caso della morte di Elisa Claps. La Gran Bretagna ha infatti fatto sapere che l’uomo, accusato anche dell’omicidio della sarta britannica Heather Barnett, non potrà essere sottoposto a estradizione in Italia fino a che non si sarà del tutto concluso il procedimento giudiziario attivato a suo carico in Gran Bretagna. Lo ha detto all’Ansa un portavoce del Crown Prosecution Service (CPS), ovvero la Procura della Corona britannica.
“Il mandato di arresto europeo – ha confermato il portavoce – gli è stato notificato ieri. L’imputato, attraverso un collegamento video, apparirà il prossimo 30 settembre in aula a Londra e il mandato verrà aggiornato. Questo avverrà ogni 28 giorni”. La Procura britannica ha però escluso categoricamente l’ipotesi di estradizione temporanea.
“L’imputato – ha spiegato il portavoce – resterà in Gran Bretagna per tutta la durata del procedimento giudiziario attivato a suo carico”. Questo significa non solo il processo di primo grado, ma anche un eventuale appello, sempre che il tribunale commini una sentenza di condanna e sempre che, in quel caso, il procedimento dovesse imboccare la strada del secondo grado.
La Cps non ha voluto dare nessuna indicazione sui tempi. Una volta terminato il procedimento, ha concluso il portavoce, Restivo potrà essere estradato in Italia per affrontare l’eventuale processo ma dovrà comunque tornare in Gran Bretagna “a scontare l’eventuale pena”.
Procura di Salerno: processi inglesi sono brevi. Intanto i pm di Salerno confidano, però, nel fatto che i processi inglesi sono brevi. I magistrati salernitani conoscono la legge inglese e temono una risposta del genere – ora solo anticipata da un portavoce della Procura della Corona – dal momento dell’arresto di Restivo, per l’omicidio della sarta del Dorset, quello ‘strappo’ assai poco gradito dagli inquirenti del caso Claps.
Quelli inglesi però – fanno notare oggi in Procura reagendo alle parole del Prosecution Service (CPS), che ha escluso una consegna temporanea di Restivo, prima della eventuale sentenza di appello – sono procedimenti di gran lunga più brevi di quelli italiani. Anche in casi molto delicati possono durare poche settimane. La risposta del portavoce del Cps mostrerebbe un orientamento “discutibile”, secondo i magistrati salernitani: sarebbe questa una interpretazione restrittiva della legge inglese, secondo una fonte giudiziaria.
Il detenuto per un titolo cautelare interno, è il ragionamento, potrebbe essere già estradato dopo la sentenza di primo grado; è avvenuto così, ad esempio, in un caso di collaborazione con l’Olanda, ricorda la stessa fonte. La magistratura salernitana attende a questo punto di capire, attraverso i magistrati di collegamento – e una risposta é attesa a giorni – quali siano i tempi previsti per il procedimento britannico, cui è sottoposto Restivo per l’omicidio di Heather Barnett. Proprio in base a questo segnale, infatti, si capirà anche da quale orientamento assumere sulla decorrenza stessa della misura cautelare italiana.
A partire dalla esecuzione dell’arresto italiano, infatti, la decorrenza cautelare “di fase” è di un anno. Secondo una giurisprudenza di Cassazione – cui la Procura farà verosimilmente riferimento – la misura italiana di custodia per Restivo decorrerà a partire solo dal momento in cui il trentottenne potentino sarà messo a disposizione degli inquirenti italiani da parte degli inglesi.