SALERNO, 8 NOV – “Questo processo non fa giustizia a mia figlia Elisa”. Sono le primissime parole di Filomena Claps, la mamma di Elisa, studentessa potentina uccisa 18 anni fa. Oggi al tribunale di Salerno inizia il processo a carico di Danilo Restivo, unico imputato per la morte di Elisa. “Da questo rito abbreviato non può uscire quello che desideravo, la vera verità, chi ha aiutato Danilo”.
“Deve uscire chi ha aiutato Danilo – ha ribadito Filomena Claps – che Danilo è il colpevole l’ho saputo dal primo momento, dentro di me lo sapevo e l’ho sempre detto. Io voglio sapere chi ha coperto Danilo Restivo”. Filomena ribadisce che ci sono dei complici impuniti. Poi, a chi le ha chiesto in merito alla costituzione di parte civile da parte della diocesi di Potenza, Filomena si ferma, gelida.
“Avrei preferito trovare mia figlia comunque, in un campo, dovunque, ma non nella chiesa – ha sottolineato – in molti sapevano che in quella chiesa c’era Elisa. Io ho sempre detto che Elisa è entrata e non è uscita. Danilo Restivo è stato aiutato da tutti e queste persone devono fare un esame di coscienza perche’ se la Barnes in Inghilterra è morta la colpa è di chi non ha fatto il proprio dovere”.
Per la famiglia Claps c’e’ una cosa, su tutte, che rende ancora piu’ difficile il primo giorno di processo a carico di Danilo Restivo, unico imputato per la morte di Elisa: e’ la costituzione di parte civile da parte della diocesi di Potenza. ”E’ una vergogna, una farsa, e’ grottesco – commenta Gildo Claps, fratello di Elisa, prima dell’inizio della prima udienza del processo – fino all’ultimo ho sperato che la chiesa non prendesse questa decisione. Come possono farlo, loro che sapevano? Come possono farlo, visto che Elisa e’ stata ritrovata in un sottotetto di una chiesa, dove e’ stata uccisa”.
La famiglia Claps “si aspettava un segnale diverso” dalla diocesi di Potenza che ha annunciato la costituzione come parte civile nel processo a carico di Danilo Restivo. Lo ha detto l’avvocato della famiglia, Giuliana Scarpetta, parlando con i giornalisti all’ingresso del Palazzo di Giustizia di Salerno dove fra poco comincerà la prima udienza del processo con rito abbreviato.
“Non mi meraviglia – ha aggiungo l’avvocato – la posizione della Chiesa, ma sicuramente ci aspettavamo un segnale diverso”. Rispondendo alle domande dei giornalisti, l’avvocato ha sottolineato: “con questo processo siamo alla fine per quel che riguarda Danilo Restivo, ma siamo solo all’inizio per tutti gli ‘astri sodali'”. La famiglia Claps “attende un altro processo – ha aggiunto l’avvocato – per riuscire a individuare tutti coloro che hanno coperto e depistato, facendo in modo che il cadavere di Elisa sia rimasto 17 anni nel sottotetto di una chiesa”.