Tre attacchi insieme, uno piĆ¹ pesante dell’altro, la Chiesa potentina “manchevole, inadempiente, omertosa”, l’arcivescovo con la sua versione dei fatti “non plausibile” e la difficoltĆ di credere che il parroco, ormai morto, non sapesse. Questo il contenuto di una lettera indirizzata al PapaĀ e scritta da Giuliana Scarpetta, legale della famiglia di Elisa Claps, uccisa il 12 settembre 1993 a Potenza dove i resti del suo cadavere sono stati trovati nel sottotetto della Santissima TrinitĆ .
La lettera, affidata all’Ansa, dividerĆ di nuovo il campo a Potenza, dove fin dal 17 marzo scorso, giorno del rinvenimento del cadavere di Elisa, l’opinione pubblica ĆØ stata costretta a riflettere proprio sul luogo del rinvenimento: il sottotetto della canonica di una chiesa conosciuta da tutti e frequentata da molti, in pieno centro storico.
Una chiesa, peraltro, chiusa subito dopo il ritrovamento, il 17 marzo, aperta poche ore la mattina seguente e poi di nuovo sbarrata, fino ad oggi, per decisione dell’autoritĆ giudiziaria, che l’ha posta sotto sequestro. Pochi giorni dopo, quando si ĆØ saputo che nel gennaio precedente il viceparroco della chiesa aveva giĆ scoperto il cadavere della ragazza e aveva tentato di avvisare il vescovo, senza riuscirci ma anche senza riprovarci perchĆ© gli era “passato dalla mente”, le critiche e le riserve verso la Chiesa potentina sono aumentate nettamente.
Al punto che, il 27 aprile, il consiglio presbiterale aveva definito “una esigenza prioritaria e fondamentale ricercare la veritĆ ” e aveva chiesto “con forza indagini accurate, severe, decise, che portino ad individuare i responsabili di questa tragedia”. Il documento approvato dal consiglio presbiterale, che ammetteva il “momento triste di sbandamento” che la vicenda ha provocato, fu letto nelle chiese diocesane la domenica successiva, alla fine di ogni Messa.
Pertanto l’avvocato Scarpetta ha scritto a BenedettoĀ XVI parlando di una Chiesa potentina “manchevole, inadempiente, omertosa”. E ha accusato l’arcivescovo, monsignor Agostino Superbo, vicepresidente della Conferenza episcopale italiana, di aver fornito una versione “non credibile” del primo ritrovamento del cadavere da parte del viceparroco. Una versione che, invece, monsignor Superbo non ha mai cambiato, al punto da scegliere, alcuni giorni dopo il 17 marzo, di non tornare piĆ¹ sulla vicenda del ritrovamento del cadavere della ragazza fino a quando le indagini non si concluderanno.
Ma l’aspetto piĆ¹ inquietante, in prospettiva, della lettera di Scarpetta al Papa ĆØ quello che riguarda don MimƬ Sabia, per decenni parroco della Santissima TrinitĆ , morto il 10 marzo 2008: “Mi risulta difficile credere – ha scritto l’avvocato – che il parroco non fosse a conoscenza di alcunchĆ©”. La legale ha fatto anche riferimento a chi frequentava la canonica della chiesa, in particolare gli iscritti al centro Newman: anche per loro ĆØ “difficile” credere che nessuno sapesse.
In serata, dopo la notizia che Danilo Restivo ĆØ stato formalmente imputato dalle autoritĆ inglesi del delitto di Heather Barnett, l’avvocato Scarpetta si ĆØ detta convinta che “se gli indizi e le prove confermano effettivamente che ĆØ responsabile anche dell’omicidio Barnett, questo vuol dire Restivo ĆØ un serial killer. Gli inglesi lo processano per il caso Barnett e noi lo processeremo per il caso Claps. Andremo avanti, naturalmente, per fare giustizia a Elisa”.