Elisa Claps è stata forse violentata e poi uccisa a coltellate proprio lì dove è stata rinvenuta. Queste alcune novità nelle indagini sulla ragazza uccisa nel 1993 e ritrovata pochesettimane fa nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potena. Il viceparroco della Trinità, il brasiliano don Vagno, ha inoltre confessato di aver trovato tra gennaio e febbraio il corpo della ragazza e degli occhiali, che aveva riposto vicino al cadavere.
Gli inquirenti della Procura di Salerno e gli uomini della Squadra mobile di Potenza hanno ormai un quadro che ritengono sufficientemente chiaro di quello che sarebbe avvenuto il 12 settembre 1993 nella chiesa della Santissima Trinità di Potenza e che sarebbe culminato con l’omicidio di Elisa Claps, per il quale è indagato Danilo Restivo.
Mancano ancora definitivi riscontri dall’autopsia, ma gli investigatori si sentono sicuri. Secondo la loro ricostruzione, la ragazza, che all’epoca aveva 16 anni avrebbe raggiunto il sottotetto in compagnia del suo aggressore (Restivo o il suo assassino). Nella parte centrale della struttura, Elisa avrebbe subito l’aggressione, probabilmente a sfondo sessuale, e sarebbe stata colpita ad una spalla, forse anche con un taglierino. Questo particolare è oggetto degli accertamenti medico-legali del professor Francesco Introna e l’ipotesi si baserebbe su un rilievo osseo nella parte posteriore del costato. La ragazza sarebbe poi stata finita per soffocamento.
Il cadavere sarebbe stato sollevato o trascinato ed infine deposto nell’angolo destro del sottotetto, rispetto all’ingresso, dove è stato ritrovato lo scorso 17 marzo da alcuni operai che stavano facendo lavori per riparare un’infiltrazione d’acqua.
Sull’ipotesi avanzata oggi dalla Gazzetta del Mezzogiorno che la ragazza potentina sia stata uccisa con coltellate, il professore Francesco Introna ha detto: «Su questa ipotesi non mi esprimo». L’ipotesi si baserebbe sul presunto ritrovamento di alcuni segni sulla schiena della vittima, forse da attribuire a colpi inferti con un taglierino. Introna ha ribadito invece che, in sede di autopsia, sono stati prelevati resti dell’osso ioide (che si trova alla radice della lingua e non si articola con nessun altro osso), sui quali sono in corso accertamenti per stabilire se ci siano lesioni e se quindi la vittima abbia subito una crisi da asfissia.
Tutto il materiale raccolto nel sottotetto della chiesa della Santissima Trinità di Potenza è stato comunque affidato alla Polizia scientifica per essere analizzato. Gli accertamenti, tuttavia, potranno avvenire solo attraverso il percorso giuridico di un nuovo incidente probatorio, dal momento che anche le parti – sia un consulente di Restivo, indagato nell’inchiesta, sia un consulente della famiglia Claps, parte offesa nel procedimento – avranno il diritto di partecipare alle operazioni di Polizia scientifica. Un primo incidente probatorio si è svolto il giorno dopo il ritrovamento del cadavere nel sottotetto.
La magistratura inglese, intanto, sollecitata da Scotland Yard, sta seguendo gli sviluppi del caso Claps per valutare particolari utili anche per far luce sull’omicidio di Heather Barnett, la sarta di 48 anni uccisa nella sua abitazione a Bournemouth, nel Dorset, il 12 novembre 2002. Secondo quanto si è appreso, l’autorità giudiziaria inglese ha inviato una nota scritta ai magistrati salernitani che indagano sulla morte di Elisa Claps, per la quale è indagato Danilo Restivo. Questi abita di fronte all’abitazione della sarta ed è stato fermato due volte, e poi rilasciato, per accertamenti nell’ambito dell’inchiesta sull’omicidio della donna.
Nel corso di un interrogatorio, infine, il viceparroco della Trinità, il brasiliano don Vagno, ha confessaro che in una data imprecisata, tra fine gennaio e inizio febbraio scorsi, venne informato da una donna delle pulizie del ritrovamento di uno scheletro nel sottotetto della canonica. Nel sottotetto, don Vagno rilevò anche la presenza di occhiali da vista, che controllò e ripose vicino allo scheletro. Il sacerdote ha ammesso la circostanza ma ha precisato tuttavia di non aver avuto mai certezza che si trattasse di Elisa Claps.
Don Vagno è stato messo a confronto con le due donne delle pulizie, Margherita Santarsiero e la figlia Annalisa Lo Vito. La prima ha confermato la circostanza agli investigatori, anche se poi l’ha smentita agli organi di informazione. La figlia ha sempre negato. Il sacerdote avrebbe detto agli inquirenti di aver tentato di avvisare il vescovo, ma non essendo riuscito a contattarlo, di aver poi desistito, senza aggiungere altri particolari.