Caso Cucchi: c’è un testimone. E sei indagati

Stefano Cucchi

Nella vicenda della morte di Stefano Cucchi spunta un super testimone. Lo scrivono su La Repubblica Marino Bisso e Carlo Picozza parlando di un detenuto che, dallo spioncino della cella, avrebbe assistito al pestaggio del geometra romano morto all’ospedale Sandro Pertini sei giorni dopo l’arresto per spaccio di droga.

Intanto, però, le indagini proseguono a tutto campo e, il 9 novembre, sono arrivati i primi sei indagati. Nella giornata di oggi, 10 novembre, i magistrati decideranno su un’eventuale riesumazione della salma.

Ad attrarre l’attenzione degli investigatori è soprattutto il ruolo di 4 agenti che hanno preso in custodia Cucchi nel palazzo di Giustizia il 16 ottobre anche se, almeno per il momento, non è esclusa la possibilità di una lite con un altro detenuto. Nel calderone dell’indagine, poi, potrebbero finire anche i carabinieri, gli autori dell’arresto del ragazzo. L’Arma ha già svolto un’inchiesta interna escludendo ogni addebito ai suoi.

Anche la polizia penitenziaria si dichiara “pulita”. Per Daniele Nicastrini, segretario della Uil penitenziari, «non ci sono responsabilità da parte dei colleghi». Eppure Cucchi è morto e qualcosa deve essere accaduto.

Il 9 novembre, intanto, è stato il giorno delle polemiche furiose dopo le dichiarazioni di  Carlo Giovanardi a Radio 24. Il sottosegretario ha detto che Cucchi è morto «perchè drogato e anoressico»: parole che non sono piaciute, nè alla famiglia del ragazzo, nè all’opposizione. Antonio Di Pietro, ad esempio, ne ha chiesto le immediate dimissioni. Durissimo anche l’Udc Lorenzo Cesa secondo cui Giovanardi è «il nuovo barbaro. Manca ogni senso di umanità».

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Emiliano Condò