Caso Cucchi, nuovo testimone rivela: “Stefano forse picchiato in caserma”

Una nuova testimonianza potrebbe modificare il corso delle indagini sulla morte di Stefano Cucchi, il 31enne romano deceduto dopo una settimana dal suo arresto, lo scorso 22 ottobre. Nel corso della trasmissione “Matrix”, in onda su Canale 5 martedì 24 novembre, è stata presentata infatti una ricostruzione diversa delle ore precedenti l’udienza in tribunale, durante le quali il giovane sarebbe stato selvaggiamente colpito.

E’ una testimonianza particolarmente delicata quella andata in onda nel corso della trasmissione, perchè sposterebbe il momento del pestaggio alla permanenza del geometra nella caserma dei carabinieri, la notte prima del processo, anziché – come si era ritenuto finora – alla detenzione nelle celle del tribunale, come invece farebbe pensare il racconto del detenuto immigrato S.Y, primo teste della vicenda Cucchi.

Se la nuova testimonianza fosse acquisita e validata dagli inquirenti, la già complicata indagine sulla morte di Cucchi dovrebbe essere riscritta. Ma la famiglia della vittima sottolinea «quel che è chiaro è che Stefano non è morto da solo».

«Prendiamo atto di questa testimonianza. Abbiamo fiducia nel lavoro dei pm», interviene Fabio Anselmo, il legale dei Cucchi, commentando le nuove circostanze della morte evidenziate dall’intervista televisiva. «Credo che i pm abbiano già acquisito questa testimonianza raccolta da Matrix. Quello che è certo è che Stefano non è morto da solo, come abbiamo sostenuto dal primo minuto. Sono stati i carabinieri? Sono stati gli agenti penitenziari? O sono stati tutti e due? È chiaro che ora il quadro cambia».

Spetterà ora agli inquirenti Francesca Loy e Vincenzo Barba, che martedì hanno compiuto un nuovo sopralluogo nella cella del tribunale insieme con il detenuto gambiano S.Y., accertare l’attendibilità del secondo testimone, che potrebbe ribaltare la ricostruzione finora emersa, ma non necessariamente: il geometra potrebbe essere stato pestato sia in caserma, sia nelle camere di sicurezza del Tribunale di Roma.

Il testimone è un agente della polizia penitenziaria. Ha raccontato che Cucchi avrebbe detto ad altri detenuti: «La scorsa notte ho avuto un incontro di pugilato». Lo avrebbe detto a detenuti che, come lui, stavano per essere trasferiti dalle celle di sicurezza del Tribunale di Roma al carcere e che, avendo notato il suo stato fisico, gli avevano rivolto alcune domande. «Nell’incontro tu hai fatto la parte del sacco», risposero a Stefano.

«Il ragazzo – dice l’agente nell’intervista a due giornalisti di Matrix – era in condizioni pessime e si vedeva che era stato pestato». La nuova testimonianza dunque sembra far intendere che Cucchi indicò come momento del pestaggio la sera prima del processo, ovvero quando si trovava nella caserma dei carabinieri di Tor Sapienza.

Una versione che contrasta quindi con quella fornita dal primo teste, S.Y., che invece disse di avere assistito al pestaggio nelle celle di sicurezza del Tribunale. Frattanto, il sopralluogo dei pm di martedì alle celle di sicurezza del tribunale avrebbe accertato che l’angolo di visuale dalla cella del gambiano è tale da rendere possibile dallo spioncino la visuale stessa e confermare la possibilità che l’immigrato abbia assistito, il 16 ottobre scorso, alla scena di agenti di polizia penitenziaria che trascinavano in cella Stefano Cucchi. In sede di incidente probatorio, S.Y. aveva dichiarato di aver udito rumori di botte e di lamenti e di aver visto Cucchi trascinato in cella.

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Alessandro Avico