La salma del pusher Gianguerino Cafasso sarà riesumata a settembre. E questo per permettere la perizia medico legale che chiarirà le cause della morte dello spacciatore coinvolto nella vicenda legata al tentato ricatto all’ex presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo. Cafasso fu trovato morto il 12 settembre dello scorso anno in una stanza d’albergo in via Salaria: si parlo’ prima di overdose poi prese corpo l’ipotesi di omicidio.
A decidere la riesumazione, dopo il via libera il 21 luglio scorso dal gip Renato Laviola qualora l’atto fosse stato ritenuto necessario, è stato il professore Giovanni Arcudi, al quale è affidata la perizia medico-legale per scoprire le cause del decesso. Arcudi dovrà accertare le cause della morte del pusher e, in particolare, cosa sia avvenuto tra l’assunzione della droga e il decesso. Il consulente dovrà, inoltre, stabilire se Cafasso soffrisse di patologie specifiche.
I pm di Roma sono convinti che Cafasso sia morto poco dopo aver assunto uno ‘speed-ball’ a base di eroina e cocaina, sostanza che gli era stata ceduta da Nicola Testini, uno dei carabinieri infedeli, autori del tentato ricatto a Marrazzo, in un incontro avvenuto nel parcheggio di Saxa Rubra la notte tra l’11 e il 12 settembre. Testini, accusato di omicidio premeditato aggravato, secondo l’accusa avrebbe eliminato un testimone scomodo del caso Marrazzo dopo che erano falliti i tentativi di commercializzazione del video che ritraeva l’ex Governatore assieme al viado Natalì nell’ abitazione di via Gradoli.
Analoga accusa, in concorso, è contestata anche agli altri due carabinieri infedeli Luciano Simeone e Carlo Tagliente. Nei mesi scorsi, davanti al gip Roberto Laviola, era stato il trans Jennifer, convivente di Cafasso, a raccontare gli ultimi istanti di vita del pusher in sede di incidente probatorio E sempre in sede di incidente probatorio il prossimo 28 settembre verranno illustrati i risultati della perizia.