Nulla osta del Vicariato per l’ispezione della tomba di Enrico De Pedis, detto Renatino, boss della banda della Magliana, sepolto nella chiesa di Sant’Apollinare nel pieno centro di Roma. Il boss è ritenuto coinvolto nel sequestro e nell’omicidio, che risalgono al 1983, della cittadina vaticana Emanuela Orlandi, il cui cadavere non è mai stato ritrovato. La nota del Vicariato di Roma, che ha la data del 2 luglio, è stata inviata alla trasmissione di Raitre «Chi l’ha visto?», che ne ha diffuso il testo e che lunedì tornerà ad occuparsi della scomparsa di Emanuela Orlandi.Â
“Renatino” fu ucciso in un regolamento di conti il 2 febbraio del 1990 in via del Pellegrino, nei pressi di Campo de’ Fiori. Secondo gli inquirenti romani, il sequestro di Emanuela Orlandi sarebbe stato organizzato e gestito da De Pedis con suoi uomini di fiducia non appartenenti alla banda che insanguinò Roma tra gli anni settanta o ottanta.
Nel registro degli indagati, al momento, sono tre le persone iscritte (ma gli inquirenti ipotizzano che siano almeno cinque quelle coinvolte). Si tratta di Sergio Virtù (49 anni, autista di fiducia di De Pedis), Angelo Cassani (49, detto ‘Cilettò) e Gianfranco Cerboni (47, detto «Gigetto»). Ai tre gli inquirenti sono arrivati grazie alla testimonianza di una donna, Sabrina Minardi, che per un periodo fu legata sentimentalmente a “Renatino” La ragazza aveva 15 anni quando è scomparsa.
Sulla scomparsa di Emanuela Orlandi sta indagando da tempo la Procura di Roma, che di recente ha anche ascoltato un uomo, indicato come “Mario”,ritenuto il telefonista del sequestro Orlandi. Nel corso della deposizione, «il telefonista» – che non avrebbe avuto un ruolo attivo nel sequestro ma sarebbe a conoscenza dell’intera vicenda – avrebbe anche fornito agli inquirenti notizie sui motivi della sepoltura di Enrico De Pedis, nella chiesa di Sant’Apollinare, a due passi da piazza Navona.