Offese giustificate, senza esagerazioni, se qualcuno ci urta con la macchina e abbiamo pure ragione. A sptabilirlo è una sentenza della Cassazione spiegando che se l’ingiuria e’ la conseguenza di uno stato d’ira provocato da chi viola le ”regole comunemente accettate nella civile convivenza”, allora l’offesa stessa perde valore penale.
Insomma, in alcuni casi, chi si comporta male e magari viene mandato a quel paese, l’offesa se la va proprio a cercare. E’ quello che ha sostenuto il signor Alberto R. in Cassazione: condannato per ingiuria dal Tribunale di Venezia, per aver proferito offese nei confronti di Alessandro T. a seguito di un incidente stradale, nel ricorso aveva invocato la ”non punibilita”’ per aver agito in uno stato d’ira provocato ”da fatto ingiusto subito”. Secondo la ricostruzione dell’incidente infatti, il signor Alessandro gli era andato addosso perche’ era contromano.
La Cassazione ha accolto il ricorso con rinvio chiedendo una nuova valutazione ai giudici di merito. Si ricorda infatti nella sentenza n.24864 della Quinta Sezione Penale che ”mentre non puo’ sostenersi che qualsiasi violazione del codice della strada rappresenti una condotta atta di per se’ a dare luogo a reazioni verbali” che possono essere giustificate, e’ anche vero che ”la condotta deve essere valutata dal giudice nella prospettiva della non punibilita’, affinche’ sia accertato se essa abbia presentato i connotati della contrarieta’ alle regole della civile convivenza tale a scatenare la reazione in stato d’ira”.
