Gli accendini ‘Bic’ usa e getta, quelli della maison francese fondata nel 1945 a Clichy dal barone di origini italiane Marcel Bich, sono tuttora coperti da brevetto regolarmente in corso che ne tutela anche la caratteristica forma bombata. Pertanto chi vende delle imitazioni di questo celebre ‘lighter’ economico commette reato. Lo sottolinea la Cassazione.
La Suprema Corte ha così annullato l’assoluzione di un commerciante di Cagliari, Alessandro P., che aveva in magazzino un bel po’ di Bic falsi destinati alla vendita. In appello, nel giugno del 2009, il rivenditore di accendini taroccati era stato assolto perché i giudici avevano ritenuto che non c’era certezza su quale fosse la forma ‘panciuta’ coperta dal brevetto.
La Cassazione li ha bacchettati, accogliendo il ricorso della Procura di Cagliari contraria all’assoluzione, replicando che anche se la riproduzione della forma fosse stata “imperfetta o parziale”, usare il marchio altrui su un falso è sempre reato. E poi gli stessi giudici di secondo grado avevano accertato che il brevetto Bic è tuttora regolarmente in corso.