
In attesa di sapere se sarà estradato o meno, Cesare Battisti afferma di essere «diventato un trofeo» per il governo italiano. L’ex terrorista si trova in carcere in Brasile, dove il Supremo Tribunal Federal dovrà stabilire se farlo tornare in Italia o trattenerlo nel Paese carioca.
«La Russa e altri ministri fascisti – ha detto Battisti – hanno invece forti motivazioni ideologiche e personali, in quanto eravamo nemici dichiarati». In Italia la giustizia «non è al di sopra delle parti e, d’altra parte, non c’è più un’opposizione, che ora vuole vincere le elezioni tramite la magistratura».
Secondo Battisti «il Supremo Tribunal Federal deve tener presente che «se torno in Italia rischio la vita». L’ex terrorista teme infatti che «quando la stampa si calmerà , rischio di finire impiccato in un carcere. Credo che alcuni giudici dell’Stf non ne abbiano tenuto conto».
Nel ricordare di aver subito in passato «due tentativi di sequestro, il primo dei quali in Francia», Battisti ha precisato: «C’è un manifesto degli agenti penitenziari italiani che chiedono vendetta, ci sono ministri che all’epoca erano i nostri avversari più duri». «Ci sono d’altra parte – ha aggiunto – le bugie del ministro della Giustizia, il quale dice al Brasile che potrò avere dei benefici carcerari».
Battisti ha detto di non sapere se Lula accetterà la richiesta di estradizione. «Credo – ha detto – che in cuor suo spera che la questione sia risolta dall’Stf. Tuttavia l’ex attivista ha detto di nutrire «fiducia» nel presidente brasiliano.
Intanto il ministro della Difesa Ignazio La Russa ha risposto alla “provocazione” di Battisti, affermando di non voler «dibattere con un terrorista: Cesare Battisti sarà oggetto della mia attenzione quando sarà nelle patrie galere».
