ROMA, 14 GIU – Per Cesare Pambianchi la crisi economica poteva, e doveva, essere un’occasione da sfruttare. Nell’ordinanza di custodia cautelare che lo riguarda assieme alle altre 45 persone coinvolte nell’inchiesta della procura di Roma, viene citata anche una intercettazione tra il presidente della Confcommercio della Capitale in cui Pambianchi, citando uno dei vari clienti in difficoltà , con la società ad un passo dal fallimento, afferma: ”E’ un momento delle crisi e so crisi per tutti, no? E quindi… Noi quando c’è il momento de crisi, eh eh! (ride), quindi è il momento per mette’ il maggior lavoro”.
Il commercialista, inoltre, era pronto a dare anche telefonicamente consigli su come mettere al sicuro le attività delle aziende in odore di fallimento eludendo i debiti con il fisco. In una telefonata l’imprenditore Michele Di Veroli (ai domiciliari) dice a Pambianchi: ”devo acquistare un ramo d’azienda, un pezzo di una concessione di un punto di verde in realtà da me stesso. Ecco se invece del ramo d’azienda, che sarebbe la soluzione migliore ma piu’ lunga io lo facessi sottoforma di cessione di diritti e quindi…”.
Il commercialista lo interrompe affermando: ”no, no passa solo con la cessione del ramo d’azienda. Cioè tu dai il valore che vuoi e tra l’altro nell’ambito di questo passaggio puoi accollarti i debiti nel senso che puoi dire che quel ramo d’azienda c’ha quelle passività e non puoi dirlo”. Per gli inquirenti in questo modo Pambianchi spiega ”la duttilità , lo strumento utilizzato per il raggiungimento del risultato voluto di svuotamento della società attraverso la cessione del ramo d’azienda”.