MILANO – Si chiama Pasquale Linarello, è un biologo che per tre anni ha lavorato con i Ris. Ora dirige la sezione di Genetica forense del laboratorio “Genoma” di Milano e una sua recente ricerca potrebbe riaprire uno dei casi di cronaca nera più controversi degli ultimi anni, l’omicidio di Chiara Poggi, il delitto di Garlasco.
Per quell’omicidio, dopo una serie di sentenze tra di loro in contraddizione, è stato condannato in via definitiva Alberto Stasi. Ma questa storia potrebbe non essere finita. Proprio perché, qualche settimana fa, la difesa ha tirato fuori la sua nuova carta, quella con cui intende chiedere la revisione del processo.
Sotto le unghie di Chiara, infatti, è stato trovato del dna, e qui c’è il contributo di Pasquale Linarello, che non corrisponde a quello di Stasi ma a quello di un altro giovane, amico della vittima, Andrea Sempio. Spiega al quotidiano Il Giorno il biologo:
“Ho confrontato i dati relativi alla perizia sulle unghie della vittima, che erano stati trascurati, con il profilo genetico che era stato estrapolato da un altro laboratorio. Un’agenzia investigativa milanese voleva infatti che eseguissi una comparazione con un profilo raccolto dal cucchiaino e dalla bottiglietta che un altro laboratorio aveva già analizzato. I due profili del cromosoma Y sono identici”.
“Devo precisare che il cromosoma Y non consente di individuare un singolo soggetto, bensì la linea maschile di una famiglia. A questo punto gli avvocati Giarda e Bocellari, i legali della famiglia di Alberto Stasi, mi hanno conferito un incarico formale comunicandomi che un profilo apparteneva a un nuovo soggetto”.