ROMA – Cicala sputacchina. Ue: tutti gli ulivi del Salento vanno sradicati. Cnr: giusto. E’ drammatica la situazione degli olivi aggrediti dal batterio della Xylella fastidiosa diffuso dall’insetto-vettore chiamato “cicala sputacchina”: l’Unione europea, soprattutto sotto la pressione di francesi, spagnoli, portoghesi, croati e austriaci che temono il contagio per i loro vigneti, ha chiesto ufficialmente di abbattere tutti gli ulivi del Salento (a spanne circa 9 milioni, compresi quelli secolari fonte di attrazione turistica).
Le organizzazioni degli olivicoltori bocciano ovviamente la richiesta della Commissione Ue e invitano ad accelerare sulla ricerca e predisporre piani straordinari. Gli esperti italiani al Consiglio dell’Agricoltura Ue hanno rassicurato sul fatto che il batterio non attacca a pianta della vite. Ma gli scienziati del Cnr invitano a non farsi illusioni sugli ulivi, “a breve – dicono – non ci sono terapie, l’unica arma è abbattere le piante infette. Va evitato il contagio, tanto morirebbero lo stesso”.
E’ il quadro che emerge da un’audizione sull’emergenza Xylella in Puglia presso la Commissione agricoltura del Senato. “Stiamo parlando di un organismo nuovo per noi ma già ben noto nel mondo, studiato da almeno 130 anni negli Usa e in tutti questi anni non hanno ancora trovato una terapia”, osserva il ricercatore Donato Boscia del Cnr-Istituto per la protezione sostenibile delle piante. “Non si tratta di essere d’accordo o meno con la Comunità europea – aggiunge il ricercatore – il loro atteggiamento è quanto meno comprensibile visto che il problema è ancora confinato in un lembo molto piccolo dell’intero continente europeo; a rischio in effetti, c’è tutto il bacino mediterraneo che al momento è pulito”.
Boscia tiene però a precisare che ”l’eradicazione delle piante non è certo la soluzione finale ma solo di contenimento”. Il presidente di Unaprol David Granieri sottolinea come “Ci voglia il massimo impegno da parte di tutti, che non è certo abbattere gli alberi ammalati, sostenendo con ogni mezzo la ricerca con i fondi strutturali”. Per il presidente Coldiretti Lecce e vicepresidente Unaprol, Pantaleo Piccinno, l’emergenza Xylella “E’ una corsa contro il tempo che deve interessare tutti, i focolai sono sempre più numerosi e le misure sinora messe in atto sono assolutamente insoddisfacenti”.
L’industria del settore si schiera sulla posizione comunitaria: ”Siamo convinti – dicono Federolio e Assitol – che il dramma della Xylella per gli agricoltori colpiti, cui devono essere assicurate le risorse necessarie, debba costituire un’opportunità per espiantare le piante colpite dal parassita e sostituirle con nuovi impianti moderni e maggiormente produttivi”.
Per il senatore della Commissione agricoltura Dario Stefano, “Il grande assente è ancora una volta l’Europa, che da una parte ci rende vulnerabili da un punto di vista fitosanitario con l’importazione di prodotti che introducono queste malattie così devastanti, dall’altro non ha ancora messo a disposizione un solo euro per la ricerca”.