Una guida italiana è morta in Cile mentre faceva rafting: la vittima è Stefano Gioia, 32 anni, che da mesi lavorava in Sudamerica. L’uomo è morto affogato ieri mentre faceva rafting con un gruppo di sei turisti nel fiume Futaleufù, lungo la patagonica Carretera Austral. La località si trova 1.500 km a sud di Santiago.
Gioia è affogato mentre affrontava da timoniere a bordo di un gommone una rapida chiamata Mondaca, nota per essere tra i punti più pericolosi di quel tratto del fiume.
Gioia, che era entrato in Cile con un visto da turista, si era trasferito dalla vicina provincia argentina di Mendoza un paio di mesi fa. Ieri si era inoltrato a bordo del gommone nel fiume per quella che doveva essere la sua prima incursione sul posto quale guida di rafting.
Secondo il magistrato che si sta occupando dell’inchiesta, il gommone si sarebbe capovolto su una rapida, causando la scomparsa del giovane. Gioia avrebbe aiutato i sei turisti che erano con lui a raggiungere la riva.
Ma lui non ce l’ha fatta, a causa di un eccessivo affaticamento, come sostiene il procuratore di Chaite’n, José Luis Vergara, intervistato dai media locali. Il suo corpo é stato trovato a quattro chilometri dal luogo del ribaltamento del gommone.