A Mozzo, provincia di Bergamo, S. B. A., tunisino senza permesso di soggiorno, è stato portato in caserma dopo essere stato investito da un’auto. Per sua fortuna, il giudice non ha convalidato l’arresto.
Oltre al danno, quindi, la beffa per il venticinquenne extracomunitario. L’uomo era giunto in Italia per farsi curare le conseguenze di una folgorazione. Il fratello, residente a Sorisole, aveva fatto richiesta di ricongiungimento familiare, ma non era riuscito a ottenerla perché il grado di parentela non consente di avviare la pratica. Ma quella domanda, anche se rigettata, è comunque bastata perché non venisse convalidato l’arresto, che in questi casi non è consentito.
D’altronde, a richiedere la non convalida era stata lo stesso pubblico ministero, Lucia Trigillo, che aveva confermato il giustificato motivo di permanenza, essendo l’uomo in cura in strutture sanitarie.
S. B. A. era stato investito mentre passeggiava in bicicletta in via Manzoni ed era finito all’ospedale Gavezzeni di Bergamo con un piede rotto. A portarlo in caserma erano stati i carabinieri di Curno, dopo che aver constatato la sua condizione di clandestinità.
*Scuola di giornalismo Luiss
